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La stagione 2022/2023 è stata senza alcun dubbio la peggiore per Ciro Immobile con la maglia della Lazio. 14 gol e 7 assist in tutte le competizioni, numeri che stonano per il Capitano biancoceleste che aveva fatto registrare una media di 30,3 gol nelle sei annate precedenti

L'età che avanza, gli infortuni, la mancanza di una vera e propria alternativa hanno penalizzato il numero 17, costretto spesso agli straordinari in condizioni non ottimali. Proprio per questo, nel corso dell'ultima sessione di mercato, la società capitolina ha dato la priorità all'acquisto di un centravanti. Il 21 luglio 2023 alla corte di Maurizio Sarri è arrivato Valentin Castellanos per una cifra vicina ai 15 milioni di euro

Dopo i suoi primi mesi a Roma, l'impressione è quella che si tratti di un calciatore grintoso, forte tecnicamente e funzionale al gioco del tecnico toscano. Però, almeno per ora, ha mostrato evidenti limiti dal punto di vista realizzativo. Un problema non da poco se devi sostituire un uomo che ha scritto la storia con 199 reti in 7 anni.  

Il dopo Immobile, un problema già annunciato

Probabilmente, questa estate, la Lazio avrebbe dovuto acquistare un attaccante dalla sicura riuscita, proprio come fatto con Immobile nel 2016. Troppo spesso infatti si ignora che il classe 1990, prima di approdare in biancoceleste, veniva sì da un periodo complicato, ma solamente due anni prima si era laureato capocannoniere in Serie A con la maglia del Torino.

Un acquisto che non fece rimpiangere l'addio di un campione come Miroslav Klose, che avrebbe avuto bisogno di una degna alternativa già dal campionato precedente. La sensazione è che questa volta il presidente Lotito e la dirigenza abbiano sottovalutato la “questione bomber”. 

ciro immobile che bacia la maglia della Lazio sotto la curva nord

Forse non basta un Castellanos 

L'ex Girona è senza dubbio un buon giocatore ma almeno al momento ha dimostrato di non poter rimpiazzare adeguatamente Immobile. Allo stesso tempo Ciro, come è normale che sia a quasi 34 anni, non è più quello visto fino a due anni fa e, per forza di cose, a risentirne è il numero di gol segnati. 

Basti pensare che con Maurizio Sarri, dopo 11 giornate, la Lazio era già a quota 22 e 23 gol fatti nelle due annate precedenti. Questa volta sono appena 11 le marcature, nonostante le numerose potenziali occasioni create. A mancare non sono solo i gol del centravanti ma anche quelli degli esterni (Zaccagni su tutti) e quell'apporto da circa 10 gol e 10 assist a campionato che garantiva Milinkovic-Savic. Numeri fuori dal normale per una mezzala, dati spesso troppo per scontati. La sensazione è che per sopperire a tutto questo forse non basta un “semplice” Castellanos.

Maurizio Sarri in piedi davanti la panchina della Lazio

Il rimpianto di Sarri

Per poter risolvere questa situazione il pensiero va al rimpianto di Maurizio Sarri come primo rinforzo per l'attacco. Si trattava di Domenico Berardi che di certo avrebbe garantito un inserimento quasi immediato e soprattutto gol con diverse soluzioni a partire dal tiro da fuori area che quest'anno stenta ad arrivare. Al suo posto è arrivato Isaksen che è di certo più giovane e con margini di miglioramento, ma che finora ha dimostrato di avere bisogno di tempo per inserirsi in una realtà nuova e più complicata. 

 

 

 

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