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La conferma della squalifica della Curva e dei Distinti Nord in occasione della gara tra Lazio e Napoli non è stata ben digerita dall'ambiente biancoceleste. A contestare la decisione della Corte Federale d'Appello per i presunti cori razzisti indirizzati a Lukaku durante il derby di Coppa Italia è stato l'Avvocato della Lazio Gian Michele Gentile che ai microfoni di Radiosei ha espresso tutta la sua delusione per l'esito del reclamo. 

Situazione surreale

“Purtroppo è andata male e ci dispiace tanto perchè eravamo documentatissimi. La situazione è surreale. C’è un momento storico di paura generale nell’affrontare queste situazioni, c’è il timore di non adottare il pugno duro per cui in molti sono terrorizzati di essere accusati di essere troppo deboli rispetto al fenomeno. Ci sono 4 persone e dico 4, collaboratori della Procura Federale, uno vicino a una Curva, uno vicino all’altra e altri 2 vicini alle panchine. Hanno detto tutti di aver sentito 15mila persone fare ululati razzisti contro l’attaccante della Roma Romelu Lukaku". 

La prove portate dalla Lazio

"Noi abbiamo l’arbitro Orsato, che è un arbitro che aveva interrotto la gara e richiesto di fare l’annuncio all’altoparlante dopo aver ravvisato un raggio laser nei confronti di Dybala, che ha preso tanti provvedimenti disciplinari, che ha fatto fermare la partita per la bottiglietta a Bove, e ha scritto tutto nel dettaglio nel rapporto: ebbene, lui non ha sentito nulla. Abbiamo il quarto uomo, che non ha sentito nulla. Io ero allo stadio e non ho sentito nulla. Ma avevamo una cosa in più: abbiamo una dichiarazione del questore di Roma in cui si dichiara che nessuno e dico nessuno dei poliziotti ha sentito nulla. Lo stesso Lukaku, che è uno che ha sempre, giustamente, fatto notare agli arbitri questo genere di comportamenti, non ha detto assolutamente nulla. La Lazio è sempre stata presa di mira, inutile nasconderci. Sempre un atteggiamento duro, ricordatevi la storia dei tamponi, una aggressione fatta alla Lazio, poi dissolta nel nulla anche in sede penale”.

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