header logo
guendouzi mattéo
guendouzi mattéo

“Ho preferito la Lazio alla Premier, l'ho scelta per la storia e perchè c'è Sarri in panchina”. Sono state queste le parole con cui Mattèo Guendouzi, arrivato pochi giorni prima della chiusura del mercato estivo, si era presentato alla piazza biancoceleste. Mai soprannome sembrerebbe più azzeccato di quello che gli era stato dato quando giocava in Inghilterra: 

Mi chiamavano ‘bad boy’ ,ma non mi piace moltissimo perché sono molto sincero e onesto. A volte posso avere delle reazioni eccessive nei gesti e nei movimenti, ma perché ho voglia di essere il migliore”.

ALLA LAZIO PER SARRI

Il franco-marocchino nel suo passato contrassegnato da litigi con allenatori e avversari, ricordava con orgoglio quando proprio l'ex mister Sarri lo difese, ai tempi dell'Arsenal, quando Mau allenava il Chelsea

"Lui è più pronto rispetto ad altri, ha un altro spessore"

Proprio per il feeling con Sarri, aveva scelto di indossare la maglia della Lazio. 

TUDOR, ANCORA TU?

“Ancora tu, non dovevamo vederci più?". Chissà cosa avrà pensato, Mattèo, alla notizia dell'approdo di Tudor sulla panchina della Lazio. Pare che il centrocampista francese non sia molto felice di ritrovare il suo ex tecnico. Tra i due non era mai scattata la scintilla, tanto che l’allenatore croato ha sempre preferito altri giocatori al centrocampista francese, che in estate aveva chiesto addirittura la cessione.

Lo stile di gioco di mister Tudor non è quello che mi si addice di più. Sono sempre stato onesto al riguardo. Preferisco una partita con un allenatore come Sampaoli della scorsa stagione, dove le mie qualità calcistiche possano esprimersi al meglio e aiutare il più possibile la squadra".

I due si sono attaccati senza mezzi termini anche nelle dichiarazioni a mezzo stampa. Anche se c'è da dire che Mattéo ha vissuto la sua seconda miglior stagione in carriera con il croato: 43 presenze, 5 gol e 5 assist in tutte le competizioni (tra cui la Champions League). Solo l’anno prima (2021/22) aveva fatto meglio con un totale di 5-14 ma con 56 gare disputate e un minutaggio molto inferiore.  Con l'aquila sul petto è già a 3 reti e 2 assist. Adesso i due dovranno tornare a lavorare insieme per il bene della Lazio.

 

GENIO, UN PO' RIBELLE, CON LA PASSIONE PER LE RISSE

Elegante nei movimenti, gambe lunghe, e un look che non passa di certo inosservato: come Sansone, Guendo ha spesso detto che non taglierà mai la sua bella chioma riccia. Forse anche un po' per scaramanzia. Dietro tutte le sue qualità tecniche e dietro il viso pulito si cela però una natura ben diversa. E una passione particolare: litigare. Quando i suoi compagni, all'Arsenal, lo videro arrivare a colazione al Lorient con la maglia dell'Ajaccio capirono che in quel normale 24enne, c'era qualcosa di diverso: in quell'occasione, fu spedito in tribuna dall'infuriato tecnico Landreau. Si fece poi espellere in Carabao Cup, ed in quel periodo affinerà anche un gesto provocatorio che lo contraddistinguerà in altre occasioni: il ditino sventolato in faccia a qualunque avversario. 

Riesce a farsi insultare anche dalla pornostar Mia Khalifa, che al termine di una partita giocata male si scaglia contro di lui: "Matteo Guendouzi, sei una f*****a fighetta! Ti ho visto sdraiato più volte di quante l'abbia fatto io nel 2014!". Contro il Brighton Neal Maupay segna il gol vittoria dei Seagulls e Guendouzi  corre da lui, lo accusa di aver infortunato Bernd Leno volontariamente, gli mette le mani al collo e lo butta a terra. Arteta, che non lo sopporta più, al termine di un colloquio viene spedito all'Hertha Berlino. Qualche rissa e poco più prima che per lui si aprano le porte del paradiso dei rissosi: Marsiglia

MARSIGLIA, PAESE DEI BALOCCHI

In Francia si fa notare, e non solo per le qualità in campo. Quando una bottiglia colpisce Payet contro il Nizza, Mattéo ne approfitta per gettarsi nella rissa. Ne esce con degli evidenti segni sul collo come se qualcuno l'avesse graffiato o stretto. Fieramente li mostra a favore di camera. In Francia però diventa in breve tempo il giocatore più odiato della nazione, gli avversari sono così esasperati dai suoi atteggiamenti che uno di loro, anonimo, dichiara  all'Equipe che un giorno Guendouzi incontrerà la persona sbagliata e la pagherà cara.

SCONTRO TRA TITANI

Al suo arrivo nella Capitale, tutti hanno atteso con trepidazione il suo primo derby capitolino per vederlo affrontare l'altro bad boy sponda giallorossa, Gianluca Mancini. E lo spettacolo è stato servito, tra la gara di campionato terminata 0-0 e quella dei quarti di finale di Coppa Italia, vinta dalla Lazio per 1-0.

Nella sfida del 12 novembre 2023, contro la Roma, Guendouzi fa una partita di carattere, grinta e tanta corsa. E' il migliore in campo: proprio in quell'occasione i tifosi laziali vengono definitivamente conquistati dal francese. Ai quarti di finale di Coppa Italia, invece, è stato lui a provocare l'espulsione di Azmoun che in maniera ingenua si è lasciato andare ad un fallo di reazione che gli è costato il rosso. 

Nell'euforia generale è stato poi intercettato dalle telecamere mentre, esultando, mimava l'1-0 e invitava giocatori e tifosi della Roma ad andare a casa, dopo l'eliminazione dalla competizione.


L'ULTIMO AFFRONTO

La nave del comandante Sarri è affondata, la panchina si è svuotata di allenatore e staff tecnico e la squadra raccoglie i cocci di una stagione deludente, così a far tornare il sorriso ai tifosi ci pensa Guendouzi. Che colleziona un altro gesto provocatorio, questa volta nei confronti dei tifosi del Frosinone. Nel finale, un contatto duro su Castellanos ha acceso gli animi con protagonisti Okoli e Guendouzi. Il siparietto tra i due è diventato virale sui social con il francese della Lazio che indicando lo stemma della squadra ciociara dice al difensore “Giochi nel Frosinone… Bravo”, con il sarcasmo ed il sorrisetto tipici di una bella faccia da…Lazio. 

MALATO DI LAZIO

Lo spogliatoio, compreso il futuro allenatore Tudor, ripartano da Guendouzi: dalla sua irriverenza, sfrontatezza, dalla capacità di gestire con carattere certe situazioni delicate. Questo bizzarro e folle 24enne ricorda solo lontanamente i gesti storicamente folli di Giorgio Chinaglia, genio e bandiera rivoluzionaria. Eppure, dentro di lui, si vede come stia crescendo sempre di più una convinzione che è diventata lo slogan della grandiosa vita di Giorgione:

Di Lazio ci si ammala inguaribilmente”.

Lazio, 29 agosto 1998 la prima Supercoppa Italiana: il ricordo della società
Inter - Napoli, Juan Jesus shock: "Acerbi mi ha detto sei un negro..."