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Secondo quanto riporta l'Agenzia La Presse una serie di pressioni, minacce e contenuti diffamatori mirata a spingere Claudio Lotito a lasciare la guida della S.S. Lazio. È quanto emerge dal decreto di perquisizione della Procura di Roma, dieci pagine in cui vengono indagate cinque persone — Stefano Greco, Fabio Russo, Rodolfo Bada, Lorenzo Silvestri e Renato Calcara — per fatti avvenuti dal 2024 a oggi.

I FATTI

Le perquisizioni dei carabinieri hanno portato al sequestro di telefoni, computer e tablet. Le accuse: tentata estorsione e manipolazione di mercato.

Secondo quanto denunciato da Lotito, la campagna sarebbe iniziata l’11 giugno, con uno striscione “Lotito libera la Lazio” esposto in piazza del Parlamento. Altri due striscioni compaiono a fine giugno e inizio luglio in piazza San Lorenzo in Lucina, diventati virali sui social. Il 17 luglio arriva anche una telefonata minatoria in cui un uomo, con accento romano, minaccia di ucciderlo se non avesse lasciato la società.

Il 20 settembre e il 7 ottobre, sotto l’abitazione del senatore, vengono sorpresi due individui ad affiggere adesivi offensivi e vecchi articoli sulle sue vicende giudiziarie.

Per i magistrati, gli episodi sarebbero parte di un disegno unitario: diffondere notizie false per far crollare il titolo in Borsa e costringere l’azionista di maggioranza a cedere la Lazio. Nel fascicolo anche presunte “pseudonotizie” diffuse online dal sito “Millenovecento” per alimentare la contestazione dei tifosi.

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