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EDITORIALE - Sono passate quasi 48 ore dalle dimissioni di Maurizio Sarri dalla panchina della Lazio e quello che è emerso dalle prime ricostruzioni è che la società biancoceleste ed in particolare il Presidente Lotito si sono lasciati trovare completamente impreparati. Dalla decisione di Sarri di lasciare la panchina della Lazio arrivata nel primo pomeriggio di lunedì all'arrivo di Lotito a Formello sono passate tante e direi troppe ore. Certe situazioni non possono gestirsi per telefono ed i tentativi di convincere il tecnico a rimanere non avrebbero dovuti essere fatti dai giocatori della squadra, ma da chi ha in mano tutti i poteri decisionali della società. Chi meglio di Lotito avrebbe potuto intercettare le perplessità di un tecnico che da inizio stagione ha mosso perplessità sulla gestione tecnica della rosa. Il mancato intervenuto della società nel mercato di gennaio è stato l'ennesima dimostrazione che Sarri in questo progetto tecnico è stato lasciato solo in mezzo ad una marea di situazione non risolte. Dai rinnovi di alcuni big alla gestione di giocatori che già alla firma del contratto avevano dimostrato le loro perplessità nel progetto tecnico. In tutto questo c'era da inserire giocatori giovani e forse di buona prospettiva che però al momento non erano pronti per raggiungere gli obiettivi prefissati dalla società e agognati dai tifosi. Si è vissuta una stagione di compromessi inaccettabili che hanno polverizzato tutto quanto si era costruito lo scorso anno. Non è un caso che la squadra abbia reso al suo massimo solo nella Champions League, competizione dove i calciatori vogliono mettersi in mostra e che li ha portati a dimenticare per 90 minuti le loro perplessità tecniche ed economiche. 

La società poi ha lasciato solo fino alla gara contro il Milan il tecnico nella battaglia contro un sistema arbitrale che ha penalizzato la Lazio. Quando è intervenuto il Presidente Lotito poi in conferenza stampa dopo il vergognoso arbitraggio di Di Bello non lo ha fatto per difendere la squadra ed il suo tecnico. In quella sede si sono portate avanti battaglie politiche che nulla attengono con quanto visto in campo. 

L'infelice gestione societaria di questa stagione poi è culminata nelle ore successive alle dimissioni di Sarri dove in una marea di nomi accostati alla squadra si è decisivo di puntare su una continuità tecnica affidando la guida a Martusciello. Nulla nei confronti di quest'ultimo, ma per dare una scossa ad un ambiente forse sarebbe stato opportuno inserire un volto nuovo capace di avere il rispetto dei calciatori ed un carisma tale da mettere questi calciatori di fronte alle loro responsabilità. La decisione di lasciare Martusciello è ancor più incomprensibile se fosse vero che i componenti dello staff abbandoneranno la nave dopo Frosinone. Al tempo stesso il ritiro durato meno di una pioggia nel deserto è la ciliegina sulla torta che fa emergere all'esterno come se passi avanti si sono fatti nelle costruzione di strutture moderne in quel Formello, la gestione del gruppo squadra sembra vicina più a quella di livello amatoriale.

In tutto questo una riflessione viene spontanea. Se le dimissioni di Sarri hanno lasciato un buco simile ad un cratere, la toppa apposta dalla società in maniera raffazzonata potrebbe essere addirittura peggiorativa. 

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