Lazio, Ballotta ricorda Eriksson: "Sembrava timido, ma non si faceva mettere i piedi in testa..."
Ai microfoni di RadioSei è intervenuto l'ex portiere della Lazio ai tempi dello Scudetto del 2000 Marco Ballotta che ha voluto ricordare Sven Goran Eriksson.
Come era da allenatore e come uomo?
Con lui ho avuto un bellissimo rapporto. Sembrava timido ma non si faceva mettere i piedi in testa. Lui con i suoi modi ti faceva capire le cose non essendo mai plateale ed era l'ideale per quella squadra perchè lui era un gestore. Aveva a che fare con giocatori di grande importanza e con lui ho un buon rapporto perchè lui aveva grande fiducia in me. Anche nella partita quando non giocavo qualche parolina gliela facevo arrivare e lui mi ascoltava.
Aneddoti?
Il discorso della maglietta con Boksic. Il croato disse “Non posso giocare perchè la maglia mi va stretta” e allora Eriksson lo guardo male e gli rispose “Allora non giocare” e poi non lo portò nemmeno in panchina.
Vittoria?
Quella squadra rimarrà nella storia anche se si poteva vincere di più. Mi viene in mente la Coppa Uefa dove però siamo arrivati stremati. Ci ha detto però bene il primo anno perchè se non avessimo vinto quella Coppa Italia sarebbe cambiato tutto. Il mister sarebbe potuto andare via e anche alcuni giocatori. Basta un attimo nel calcio per cambiare.
Il ricordo del periodo della Lazio
Non ho ricordi perchè mi chiamano le radio romane molto spesso e vivo la squadra costantemente. Sono sempre vicino alla Lazio e ne parlo sempre volentieri e tutti i ricordi sono vivi. Sulle partite per assurdo a Napoli perdemmo 3-0, ma ho salvato il gol del 4-0 che ci avrebbe buttato fuori dalla Coppa Italia dopo la vittoria dell'andata e da quella parata poi è arrivata la vittoria finale. La Coppa Italia dopo lo Scudetto dove andammo a Milano con i capelli colorati e dove non preparammo la partita.
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