header logo

EDITORIALE - La Lazio archivia una settimana di fuoco limitando i danni che potevano verificarsi da un calendario compresso che l'ha vista protagonista in 6 giorni di una doppia trasferta a Milano ricca di errori e delusioni. Nel mezzo la vittoria di sesquipedale importanza contro il Sassuolo che consente alla squadra di Sarri di essere ancora artefice del suo destino. A quattro giornate dal termine siamo al terzo posto dietro il Napoli campione d'Italia e la Juventus su cui incombe la spada di Damocle della giustizia sportiva. Con una lunghezza di vantaggio sull'Inter e tre sul Milan la possibilità di giocarsi il quarto posto sono molte di più di quelle che avremmo mai pensato ad inizio campionato. Le fragilità riscontrate a San Siro devono però portare ad una presa di coscienza generale che riguarda il momento che sta attraversando la squadra. Un calo di rendimento nelle ultime 4 gare che hanno portato solo 3 punti deve far riflettere soprattutto dopo la peggior gara di questo 2023 contro il Milan in cui la Lazio non è mai scesa in campo. Quello che però ha fatto più male è vedere un atteggiamento arrendevole, passivo e privo di un sussulto d'orgoglio in tutta la gara. Su quello non è possibile transigere perché si tratta di onorare una maglia, ma soprattutto di rendere la giusta importanza a tutto quanto di buono fatto finora in campionato. Non si può dissipare un lavoro così importante ed avere un calo del genere diventa inspiegabile se non per motivi che esulano dal campo.

Non si deve, inoltre, commettere l'errore di sottovalutare il calendario che è vero che non prevederà più big match, ma che in questo momento nasconde insidie sulle quali in passato siamo già scivolati. Inutile ricordare a tutti quel famosa Crotone - Lazio di qualche stagione fa, perché proprio dall'esperienze passate che società ed ambiente debbono trarre insegnamento. Inutile fare tabelle e calcoli, bisogna ragionare d'inerzia e andare ad affrontare le prossime gare al massimo delle possibilità rischiando il tutto per tutto anche in termini fisici. Fare il massimo sforzo per recuperare gli infortunati, fare il possibile per recuperare brillantezza e soprattutto fare di tutto per recuperare certezze che sembrano svanite dalla gara contro il Torino. La società ora insieme a Sarri deve andare a pungolare quei giocatori che sembrano scarichi di testa più che di gambe. Andare a far capire in questa settimana che la gara contro il Lecce conta più di una finale, perché potrebbe immettere la squadra in un loop negativo dal quale sarà difficile poi uscire. Inutile nascondere la polvere sotto il tappetto, bisogna affrontare di petto i problemi senza fare prigionieri. Si tratta di andare a prendere quello che si sono guadagnati fino ad oggi compiendo un ulteriore sforzo che è ancora più grande di quello che hanno compiuto fino ad ora per arrivare fino a qui. E' facile giocare bene quando si è sulle ali dell'entusiasmo, ma le grandi squadre ed i grandi calciatori si vedono quando le cose vanno male e quando la salita si fa sempre più dura.

FORZA LAZIO!!!

25 aprile, 14 anni da Roma- Sampdoria: un viaggio verso la liberazione
FORMELLO - Seduta di scarico per chi ha giocato a Milano, out ancora Cataldi e Vecino