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STORIA LULIC '71 - "C'è scritto Lulic su tutti i muri, su tutti i muri di questa città", canterebbe Jovanotti se solo fosse laziale. A testimoniare cosa ha significato Senad Lulic per Roma e i laziali. Nasce a Mostar il 18 gennaio 1986, ma presto si trasferisce in Svizzera. Dotato di gran corsa, è un giocatore che predilige muoversi sulla fascia sinistra pur essendo un destro naturale. Le sue specialità sono la resistenza e la duttilità tattica. A Roma arriva nel 2011, ed in dieci anni esatti colleziona 371 presenze e 34 reti. Supera anche Aldo Puccinelli come quinto giocatore di tutti i tempi, il 7 dicembre 2019. Diventa capitano dopo la partenza di Lucas Biglia, saluta in silenzio la piazza che l'ha tanto amato nel 2021.

Eroe, per sempre

Quando mai se lo sarebbe immaginato, in posa per la foto di rito, a pochi secondi da quella finale di Coppa Italia, che di lì a poco avrebbe scritto la storia. Che proprio lui sarebbe stato il protagonista del romanzo del più importante derby capitolino. Che avrebbe fatto impazzire di gioia un intero popolo, e piangere l'altro, seduto in Curva Sud. A partire dal suo Capitano, l'istituzione giallorossa, Francesco Totti. E' il 26 maggio 2013 e contro ogni pronostico, dopo una stagione sottotono, è proprio la Lazio ad avere la meglio. Sul tabellone, al 90', c'è il suo nome: 71' Lulic. E' un tripudio, la Lazio vince la Coppa Italia. Roma si colora di biancoceleste, sulla bocca di tutti un solo uomo. E' lui, che con una zampata "antiestetica", la butta dentro al minuto che è diventato culto per i laziali. Un mantra, quel Lulic 71, ripetuto ancora oggi.

Sui muri di Roma il suo nome

Basta un gol sgraziato a regalare la gloria eterna ai laziali e al ragazzone di Mostar: “IL LAVORO UCCIDE!”, qualcuno scrive su un muro di viale Ippocrate, in stampatello nero… “PURE LULIC!”, la geniale aggiunta sempre in stampatello in blu. La frase più gettonata è “OPS… AL 71’ LULIC”. Poi c’è chi ama la storia e scrive: “26-5-2013: VENI, VIDI, LULIC”. Nei mesi seguenti i muri, le strade e le scale romane si colorano di scritte dedicate all’eroe del derby: “TI HO ALZATO LA COPPA IN FACCIA”, diventa persino uno striscione trascinato su tutto il litorale, in piena estate, da un aereo. Perchè come molti addetti ai lavori della Roma ammetteranno, quel derby è “una macchia che non si cancellerà mai”. Lulic segnerà anche in un'altra finale, quella di Ryad, in Supercoppa contro la Juventus. Diventa così per tutti l'uomo del destino e degli appuntamenti importanti.

"E’ vero, ricevo più messaggi di auguri il 26 maggio che nel giorno in cui faccio gli anni"

SENAD LULIC

 

Quel derby ai giallorossi non va proprio giù. E allora qualche cretino esagera. Come quella scritta sul muro che diceva: “MEGLIO UNA COPPA IN FACCIA CHE UN RAZZO NELL’OCCHIO”, ricordando la tragica morte di Vincenzo Paparelli. Oppure lo striscione che un tifoso della Roma trasportò sino al settore Ospiti dell'Olimpico di Torino: "71 non c'è ricrescita", con il dito al posto del numero 1. Facile ironia sull'incidente capitano al bosniaco in palestra. Senad stava ancora lottando per non perdere la terza falange dell'anulare. Quanto deve avergli fatto male, quel gol, il 26 maggio...

"Evocherò nel mio futuro, ogni giorno vissuto insieme a voi"

"Il 26 maggio ti ha reso immortale, grazie Senad per sempre laziale". E' un addio silenzioso, quello di Lulic alla Lazio. Il maledetto Covid non permette ai tifosi di salutare il loro capitano come merita. Uno striscione di 40 metri campeggia a Formello, ma dopo pochi minuti viene rimosso dai guardiani del centro sportivo. Con dispiacere dei tifosi presenti, che volevano semplicemente ribadire la loro gratitudine verso Lulic. Che per la piazza resta un eroe. Nonostante l'aspetto, che nulla a che fare con gli eroi dei fumetti. E quel carattere allegro, solare, che molti tifosi che seguono la Lazio in ritiro, ad Auronzo, hanno potuto conoscere. Eppure se ne è andato in maniera troppo malinconica, quel pezzo di storia moderna. Il saluto, sui social, sotto ad una foto in biancoceleste, a chiudere un cerchio.

"Cari laziali, e’ arrivato il momento di salutarci, di dirci arriverderci dopo 10 bellissimi anni e 371 presenze vissute con l’aquila sul petto, con tutto me stesso. Dopo tanti successi, e indimenticabili ricordi, lascerò la Lazio perche’ non ho avuto la possibilità di continuare a giocare e lottare insieme a voi. Non tutti i sogni sono senza fine e non tutti i sogni dipendono solo dai nostri desideri. Le speranze e le volonta’, a volte, da sole non bastano. Ringrazio la società, indossare questa maglia speciale lungo 10 anni. Un grazie molto speciale lo rivolgo a tutti i tifosi della Lazio, sappiate che vi porterò per sempre nel mio cuore. Evochero’, nel mio futuro, ogni giorno vissuto insieme a voi. Eternamente vostro, Senad".

 

 

 

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