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Questa sera a Latina si giocherà la prima edizione del Memorial Vincenzo D'Amico tra Latina e Lazio. A parlare alla viglia della manifestazione sono i figli del compianto campione biancoceleste Matteo e Nicolò che dalle pagine de "Il Corriere dello Sport" ricordato il loro papà da poco scomparso. "Come giocatore è stato fenomenale, poi dipende anche dai gusti. Ma nostro padre, come persona, era indiscutibile. Diceva spesso: “Credo molto nel matrimonio, infatti mi sono sposato tre volte”. Però la Lazio è l’unica che non ha mai tradito".

L'IDEA DEL MEMORIAL

"Una bella iniziativa, sono stato contattato dalla Lazio, mi è stata chiesta l’autorizzazione di trasformare l’amichevole con il Latina in un Memorial per papà. Abbiamo aderito con estremo piacere, nell’ultimo mese abbiamo ricevuto un’ondata di calore assurda".

LA LAZIALITA'

"Papà accettava le critiche da calciatore, anche quando gli dicevano che non correva. Ripeteva sempre: Sono stato un fuoriclasse? Forse sì, forse no. Però io, come laziale, non sono secondo a nessuno!”. Rimaneva male solo quando qualcuno metteva in discussione questo aspetto. I fatti parlano per lui, non ha mai avuto una macchia. Gliel’ha riconosciuto anche la Curva Nord con lo striscione ai funerali. È voluto tornare per forza dal Torino, ha firmato in bianco, non ha messo in mora la società quando l’hanno fatto tutti gli altri. Scherzando, ma neanche troppo, la Lazio è l’unica che non ha mai tradito".

LA MALATTIA

"Il tumore l’ha scoperto casualmente a novembre 2019. Non l’ha voluto dire a nessuno. Le cure rispondevano bene, a maggior ragione abbiamo rispettato la sua volontà. Poi la notizia si stava diffondendo, non potevano passare inosservate le cure al Gemelli. A quel punto ha preferito informare tutti personalmente con un singolo messaggio su Facebook".

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