Lazio, Castellanos: "Pochi gol? Io lavoro per il collettivo e sul rigore contro il Bodo Glimt vi dico che..."

E' intervenuto ai microfoni di Repubblica l'attaccante della Lazio Valentin Castellanos che ha parlato della stagione della squadra biancoceleste.
Inter - Lazio decisiva?
Loro lottano per lo scudetto, sono fortissimi, ma noi vogliamo 6 punti in 2 gare per il quarto posto. Per la stagione che abbiamo disputato, meritiamo la Champions.
Batosta dell'andata può essere uno stimolo…
Riscattarci è una motivazione in più. Ho saltato quella partita e quella di Coppa Italia, non vedo l'ora di giocare questa sfida così importante. Di sicuro i napoletani faranno il tifo per noi.
Critiche sui pochi gol fatti?
Eh. Qui in Italia c'è questa fissazione dei numeri, come se contasse solo quanti gol segni. Io non la penso così, è fondamentale che la squadra funzioni e vinca. Lavoro per il collettivo.
Ruolo?
No, da piccolo a Mendoza, la mia città, tra le montagne, a due ore di volo da Buenos Aires, il mio ruolo era il 10, alle spalle della punta. Ho iniziato a 5 anni, nell'accademia di Leopoldo Luque. Giocavo anche a futsal, ha contribuito ad affinare la mia tecnica. A 16 anni provai per il River Plate, non andò bene, è stato un momento difficile, scelsi di andare in Cile, all'Universidad. Poi il trasferimento in Uruguay, a Mnnfievirlen F. lì arrivò la svolta.
Esperienza in USA…
Sì, e sbarcai in Mls con il New York City. Il terzo anno vinsi campionato e titolo dei cannonieri. Segnai anche un gol di rabona. Un calcio diverso, molto fisico e poca tattica. Il mio sogno era giocare in Europa.
L'arrivo al Girona
In Spagna ho vissuto il giorno più felice da calciatore, quando segnai 4 gol al Real. Un altro momento speciale in nazionale: entrai nel finale di Paraguay-Argentina, il 15 novembre 2024, e giocai insieme a Messi. In ritiro parlammo ma non molto, per noi argentini Leo è una figura mitica, incute soggezione. Ma già ammirare come si allena insegna tanto.
Per il Mondiale c'è il derby con Dybala per la convocazione?
Altro sogno da realizzare. Voglio giocare le mie carte facendo bene nella Lazio. So che il ct Scaloni ha fiducia in me, è uno stimolo in più.
Idolo…
Adoravo Luis Suarez e Ibra: grande tecnica, lavoro perla squadra e gol. Come piace a me.
Giocare con la garra…
E il mio modo di vivere le partite. Curo ogni dettaglio, le sponde, le rifiniture, i duelli individuali.
Eredità di Immobile?
Sento molto questa responsabilità. Ma sono al secondo anno, Baroni ha fiducia in me, i tifosi anche, sto bene qui e mi piacerebbe restare. Vedremo cosa accadrà in estate. La coppia con Dia? C'è intesa.
Le panchine dello scorso anno
Un po' di fastidio, sì. Però noi calciatori dobbiamo accettare le scelte. Tutti vogliono più spazio, invece conta il bene della squadra. Con Sarri giocavo poco ma era un allenatore di grande esperienza.
Gol più bello?
Il destro al volo in acrobazia al Genoa. Anche perché lo avevo promesso al mio piccolo amico Emanuele, un guerriero.
Rendimento esterno in questa stagione
In casa gli avversari si chiudono ed è più difficile. Ma in realtà io penso sia una coincidenza, sono le cose strane del calcio.
Rigore sbagliato con il Bodo Glimt…
Oh sì, sì. Pesa. Ma se tornassi indietro lo tirerei di nuovo nonostante i crampi, era normale assumersi quella responsabilità.