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EDITORIALE - "Un punto preso così alla fine potrebbe anche essere roba seria..." . Aveva provato con queste parole venerdì sera a spegnere le polemiche Maurizio Sarri dopo il pareggio contro il Lecce. Una prestazione camaleontica che aveva messo in evidenza tutte le contraddizioni della sua squadra capace di dissipare in poche giornate un vantaggio che sembrava incolmabile dopo la vittoria contro lo Spezia. Chi vi scrive ha preferito aspettare il termine di questa giornata di campionato per dare una valutazione completa della situazione perché quelle parole mi avevano fatto drizzare le antenne. Avevo visto negli occhi del tecnico biancoceleste un'insolita convinzione che era lontana dalle parole che a volte dice per scaricare le responsabilità della squadra. Col passare delle ore e soprattutto con il giocarsi delle partite sempre più mi veniva in mente questa frase ed in mente pensavo "vuoi vedere che...". Dobbiamo, però, constatare una flessione che caso vuole sia concisa con l'infortunio di Cataldi al 51' minuti di quell'Inter - Lazio. Fino a quel momento la Lazio vinceva la partita ed era saldamente al secondo posto in classifica. L'assenza del centrale di centrocampo ha determinato nelle successive gare, fatta eccezione per quella contro il Sassuolo, un naturale impoverimento della compattezza e solidità della squadra che sembra aver perso i punti di riferimento. Dall'altra parte però c'è da dire che la capocciata di Milinkovic al 94' minuto contro i salentini al momento assume un'importanza capitale. Con + 4 sul Milan, il + 6 con la Roma ed il + 7 sull'Atalanta quella che sembrava essere una giornata nefasta ha invece avvicinato la Lazio alla Champions League, tanto che basteranno ad oggi 5 punti in 3 gare per arrivare a dama. Quel punticino striminzito che sembrava essere una mezza sconfitta dopo due giorni è diventato un "punto d'oro". Scampato il pericolo però si deve capire però che la Lazio in questo momento viaggia sul filo del rasoio e non può permettersi passi falsi. Deve però evitare quelle crisi isteriche che hanno affossato la squadra dopo l'inopinato pareggio subito da Oudin sul finire del primo tempo. Questa fragilità emotiva è stata messa a dura prova tanto che la Lazio è sembrata vacillare nei minuti successivi per poi riprendersi verso il fiale di gara. Se le gambe in questo momento sono pesanti in molti giocatori, la testa deve funzionare meglio di prima. Sarri deve trovare soluzioni che possono andare contro il suo credo in ragione della necessità di ottenere l'obiettivo prefissato. Andare in Champions League deve diventare una ragione di vita ed i giocatori devono essere mentalmente pronti a non avere cali di tensione. Non serve in questo momento il bel gioco, servono i punti e vale tutto per averli anche dover spazzare un pallone alla viva il parroco per non correre rischi. Dopo aver considerato tutto questo non posso esimermi dal stigmatizzare tutto quell'alone di negatività che ho percepito dopo il pareggio contro il Lecce. La constatazione di una flessione della squadra non può convivere con quel pessimismo cosmico che da anni perseguita i tifosi della Lazio. Quella paura di non farcela deve tramutarsi in passione da trasmettere alla squadra che in questo momento come non mai va solo sostenuta. Inutile addentrarci in conti e tabelle di marcia se non si capisce che le valutazioni sull'operato di Sarri ed anche della società andranno fatte a stagione finita. Anche se si dovesse ottenere la qualificazione in Champions League andranno valutate le criticità di questo progetto, ma al momento tutto resta superfluo perché anche se spesso sbaglia il modo in cui si esprime anche stavolta "alla fine ha avuto ragione Sarri".

LA CONFERENZA STAMPA DI SARRI POST LAZIO - LECCE

https://www.youtube.com/watch?v=-2G_iIjCY1U
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