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EDITORIALE 

“Caro Simone vorrei mi dedicassi un secondo della tua giornata per leggere queste poche righe. Ti chiamo per nome perché chi scrive non è il giornalista, ma il tifoso e nella tua lettera d'addio hai detto che avresti voluto essere chiamato dai laziali. Sai meglio di me che quando sei andato via hai generato sentimenti contrastanti nell'ambiente, ma la scelta era comprensibile ed anche condivisibile. Hai sempre saputo che sentirsi traditi è stata solo la reazione più semplice del tifoso a grande delusione derivata dal non vederti più su quella panchina. Il mondo del calcio è pieno di “storie d'amore” che iniziano e finiscono e di certo per te non è stato facile andare via da “casa tua” dopo 22 anni. La tua lecita ambizione professionale di giocare per traguardi prestigiosi è legittima ed è stata capita e condivisa. Forse il modo burrascoso e frenetico con il quale ci hai detto addio ha creato qualche malumore, ma sai meglio di me che nel calcio la comunicazione è isterica e frenetica e non ti permette di entrare nel pieghe più intime dei rapporti. 

Schopenhauer diceva “L'odio viene dal cuore, il rispetto viene dalla testa”. 

Il mio sentimento di “odio sportivo” è determinato dal dolore di vederti difendere altri colori come facevi quando eri il nostro condottiero. Dall'altra parte devo riconoscerti che hai sempre portato rispetto ai tifosi e non ti vengo a puntare il dito contro per i 6 gol che rientrano nella dinamica dello sport. Ieri sera però hai sbagliato e mi hai mancato di rispetto. Vederti protestare in maniera scomposta per un rigore gigantesco a favore della mia Lazio non mi ha fatto piacere, ma capisco che è il gioco delle parti. A volte però dimostrare il rispetto ad una tifoseria non si deve fare solo a parole ma lo si deve fare con qualche rinuncia come una mancata esultanza per un gol. Se chiederti di rinunciare ad una protesta pretestuosa ed immotivata è troppo perché avrebbe voluto dire venir meno agli obblighi di essere allenatore dell'Inter quello che è accaduto dopo lo trovo scorretto nei confronti della S.S. Lazio e dei tifosi che ti hanno sempre sostenuto. E' scorretto nei confronti di quella gente che quando l'Inter ci scippò la qualificazione in Champions League all'ultima giornata erano al tuo fianco distrutti nel dolore, ma consapevoli che dall'altra parte era stato fatto “di tutto" per ottenere quel traguardo ai danni tuoi e della Lazio. Non presentarsi alle Tv ed in conferenza stampa per protestare contro gli arbitraggi è davvero un orrore e credo che lo sai benissimo anche tu. Ieri sera la tua Inter non è stata derubata, non ci sono stati torti arbitrali. Non c'è un singolo motivo per il quale debba passare il messaggio che la Lazio ha avuto un favore ai tuoi danni. Questo non è il gioco delle parti perché il campionato è quasi finito caro Simone e se non lo vincerai forse avevi altre partite nella quali recriminare come quella contro un'altra squadra della Capitale. Ieri ti dovevi presentare e dire a fine partita la verità del campo che è sotto gli occhi di tutti. Avresti potuto trovare le parole giuste per puntare il dito altrove ed invece hai preferito tacere di fronte all'evidenza. La Lazio non ti ha rubato nulla e quel messaggio che stando in silenzio hai lasciato intendere è una mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi della Lazio che con te hanno sempre condiviso il dolore di veri torti arbitrali. Se mi avrai letto ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato e ti auguro buona fortuna per il futuro nella speranza di averti fatto riflettere solo per un istante. Forza Lazio".

Inter-Lazio 2-2, Inzaghi non interviene in conferenza stampa per protesta contro l'arbitraggio
Lazio, la società esalta la prestazione contro l'Inter ed invita i tifosi allo Stadio Olimpico - IL COMUNICATO