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EDITORIALE - Avrebbe compiuto quest'oggi 69 anni Vincenzo D'Amico che purtroppo ci ha lasciati lo scorso 1 luglio al termine di una lotta lunga e tortuosa con un brutto male. 

La storia in biancoceleste  

276 presenze condite da 40 gol non possono descrivere cos'è stato Vincenzo D'Amico per la Lazio e per i laziali. Classe 1954 ha fatto il suo esordio in maglia biancoceleste il 21 maggio del 1972 quando ancora non era diventato maggiorenne. Un'avventura con la prima squadra destinata ad interrompersi presto perchè il 5 ottobre dello stesso anno durante un'amichevole a Rieti s'infortuna gravemente al ginocchio costringendolo a saltare tutta la stagione culminata con il terzo posto finale. Il 14 ottobre 1973 Tommaso Maestrelli lo schiera titolare nella gara casalinga contro la Sampdoria ed affida a lui nemmeno ventenne il compito di innescare Giorgio Chinaglia. La sua classe cristallina condita da un'eleganza innata lo portano a stupire anche i più scettici e termina la stagione con 27 presenze e 2 reti di cui una realizzata nel derby di ritorno contro la Roma. Il primo storico Scudetto biancoceleste porta anche la sua firma ed il suo innesto in pianta stabile nella prima squadra si è rivelato decisivo per il trionfo finale. A Vincenzo D'Amico però va riconosciuto il merito di aver incarnato a pieno lo spirito del tifoso della Lazio portandolo addirittura a giocare in Serie B con la maglia biancoceleste. Grazie ai suoi gol ben 10 nella stagione 1981/1982 porta alla salvezza la squadra evitando il baratro delle Serie C. Storica la tripletta al Varese alla penultima giornata che vale la permanenza nel campionato cadetto e che i laziali di quel periodo ricordano come fosse valsa una vittoria della Coppa dei Campioni. Era una Lazio modesta lontana da quella di Maestrelli che però poteva sempre contare sulla classe di Vincenzo D'Amico. 

vincenzo d'amico

La Lazialità

Per chi ha vissuto quella Lazio degli anni 70 e dei primi anni 80 Vincenzo D'Amico è stato il giocatore simbolo è la bandiera che ha abbracciato i momenti belli, ma soprattutto quelli brutti. Un uomo più che un calciatore a cui ci siamo affidati quando il mare sembra in tempesta e lui ci ha sempre riportati a navigare in acque sicure rendendoci fieri ed orgogliosi di tifare Lazio. Se n'è andato in maniera silenziosa spento da un male che da troppo tempo aveva fiaccato le sue difese e che lo aveva portato a lottare per molto tempo per vincere la partita più importante della sua vita. Appese le scarpette al chiodo lo abbiamo apprezzato come competente opinionista, mai banale sempre pronto alla battuta ma che non risparmiava critiche che però sempre lasciavano trasparire l'amore per questi colori. Non faceva prigionieri, ma lo scopo era quello di spronare e consigliare chi di dovere al fine di migliorare la sua squadra del cuore. Con Vincenzo D'amico se ne va oltre che una bandiera della Lazio anche un grande tifoso innamorato di questi colori che ha scritto pagine indelebili della storia ultracentenaria della prima squadra di Roma.

Tanti auguri Vincenzo ovunque tu sia…

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