Lazio, Lotito sul Flaminio: "Fa comodo parlarne alle istituzioni, ma i problemi sono..."
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Durante l'evento “Vola Lazio Vola” svoltosi all'Auditorium Parco della Musica è intervenuto il Presidente della Lazio Lotito che tra i tanti argomenti ha parlato anche della situazione legata allo Stadio Flaminio che ad oggi non si è ancora sbloccata. Tante le perplessità del numero uno biancoceleste che le ha spiegate davanti al folto pubblico.
Capienza
“Fa comodo a tante persone parlare del Flaminio, soprattutto ad alcuni rappresentanti d’istituzioni perché avete visto tutti quanti il Flaminio in che condizioni sta. Risolvere il problema sarebbe cosa buona e giusta. Questo problema l’ho sollevato quando c’era la Raggi, in occasione di una festa del calcio femminile. Anzi, ricordo a tutti che la Lazio femminile è prima in classifica da sola. Non ci dedichiamo solo alla prima squadra ma a tutto il comparto. Stavo dicendo, evocare la storia del nostro club anche con fatti concreti infrastrutturali è sempre una cosa importante, è chiaro che però deve essere anche funzionale alle nostre esigenze. Oggi nelle partite, e speriamo di prosegua così, abbiamo una presenza importante. Avere 26 mila spettatori, che è la capienza del Flaminio, mi sembra riduttivo. Minimo 45 mila? No, 50 mila".
![Il Presidente della Lazio Lotito seduto in Tribuna d'onore allo Stadio Olimpico](https://slyvi-hosting.slyvi.it/teampages/4001485534977/images/imported/wp-content/uploads/2018/10/Lotito.jpg)
Problema parcheggi
“Poi c’è il problema dei parcheggi, altri problemi su cui ci sono lavori in corso. Ho delegato un rappresentante istituzionale per occuparsi di questa situazione che si è mosso, ha iniziato a fare una serie di consultazioni. Stiamo valutando per capire quello che effettivamente si può fare”.
Prospettive future
"Prendere il Flaminio è semplice, lo sa pure l’assessore Onorato, il problema è poi capire cosa farci e come trasformarlo secondo le norme etc. Abbiamo in testa un meccanismo che cercherà di salvaguardare quelli che sono gli interessi primari dello Stato, della famiglia Nervi, senza andare a intaccare, per quel che si potrà, l’architettura. Però poi alla fine bisogna lavorarci. Va bene evocare la storia, però poi quando piove torniamo a utilizzare l’ombrello”.