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Dai microfoni di Radio Laziale arrivano le parole di Massimo Maestrelli che ha commentato il prossimo inizio della stagione della Lazio di Maurizio Sarri. 

NUOVA STAGIONE 

Innanzitutto dico come sono appostati i miei figli: Niccolò ha rinnovato l'abbonamento in Curva Nord, che è stato uno dei primi, e Tommaso ha rinnovato l'abbonamento in Tevere, quindi questa è la reazione. Io mi rispecchio con quello che fanno i miei figli, nel senso che loro non guardano quello che è successo, guardano la bandiera, guardano la gioia di stare in mezzo alla gente, la gioia di condividere quei 90 minuti che non sono 90 minuti, perché la domenica è una domenica sacra, comincia la mattina, incontri gli amici, vai al bar, mangi qualcosa, una birretta, vai allo stadio, ti fa vivere una dimensione diversa. Certo le difficoltà ci sono, perché comunque è la prima volta che la squadra non compra un giocatore. Manca la gioia di vedere un viso nuovo, di andare all'aeroporto, mi ricordo quando arrivò Gascoigne, la gente impazzì, vedere volti nuovi per cui appassionarsi, è una cosa bella, è come quando hai una giacca vecchia da 10 anni e ti compri una giacca nuova anche se costa 50 euro, quindi questa gioia non c'è. Anche se devo dire che Cancellieri sta dimostrando di essere un ritorno positivo, ha delle caratteristiche importanti, ha tanta voglia di fare lo stesso Danilo Cataldi, per me se l'avessi avuto l'anno scorso ci sarebbe stato di tantissimo aiuto, quindi è una squadra che non ha fatto mercato, però ci sono stati ritorni che per me sono importanti".

Sarri in panchina durante Lazio - Avellino

SARRI COME MASETRELLI?

Papà diventa laziale e si innamora della Lazio, come sta facendo Sarri. L'anno scorso quando Sarri attraversava un momento un pochino difficile a luglio sono andato a trovarlo, siamo stati una giornata insieme a casa sua, lui era veramente rammaricato, io ho visto un uomo veramente rammaricano di aver concluso un percorso in cui lui credeva, quindi è rimasto con l'amaro in bocca e io speravo in un ritorno, era più la parte romantica di me che mi spingeva a sperare, quella parte razionale diceva che non succederà mai. Lui dice che la Lazio gli è entrata dentro, ha sempre detto che vuole finire la carriera nella Lazio, in uno stadio Flaminio rinnovato, nuovo, con la gente che porta i ragazzini allo stadio.

ADDIO DI BARONI

Io sono contento, senza togliere nulla a Baroni, perché bisogna assolutamente sottolineare il lavoro che ha fatto, Eravamo primi in Europa a gennaio, fino a due giornate dal termine eravamo in ballo per la Champions. Poi c'è stato un calo, qualcosa si era rotto. Però io credo che Baroni abbia fatto un grandissimo lavoro e forse è stato poco supportato, per come la vedo io. Poi diciamo che è stata una stagione un po' particolare perché l'anno scorso con 61 punti riesce ad arrivare in Europa League, quest'anno con 65 quindi con una stagione migliore rispetto a quella dell'anno precedente tu non riesci nemmeno a qualificarti in Conference e questo va considerato. Per me dopo il Bodo si è rotto qualcosa, la partita dopo il Bodo ha segnato la fine di un percorso. La Lazio supera quel turno e noi arriviamo in Champions League.

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