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Alla vigilia della sfida contro l'Inter è intervenuto nella sala stampa di Formello il tecnico della Lazio Igor Tudor che ha parlato della gara.

Che Lazio servirà per vincere contro l'Inter?

Una Lazio perfetta perchè andiamo in casa della squadra più forte d'Italia che gioca un calcio bello, efficace e concreto. Stanno facendo un gran lavoro nella programmazione e nella crescita. Noi andiamo a fare del nostro meglio e ci sono ancora due gare per fare 6 punti per definire la classifica per definire l'Europa che dovremo giocare nella prossima stagione.

Aveva detto la scorsa settimana che avevate lavorato il 20% sulla difesa ed l'80% sull'attacco. Questa settimana invece?

Percentuali cambiano sempre, non c’è mai una roba fissa. Tu lavori, poi vedi che su qualche aspetto la squadra non ti piace in una gara.

Il lavoro di Inzaghi?

Ho già risposto. Il calcio che stanno facendo, come stanno gestendo la crescita nell’arco degli anni ha tanto merito dell’allenatore. La bravura fa la differenza. C’è sempre la moda di dire calcio europeo, poi si parla di moduli e spesso si dice che il modulo a quattro è più europeo, invece lui è la dimostrazione che il sistema del gioco non c’entra niente con l’essere moderni. Parte da un 3-5-2 che non è mai fisso, gioco più europeo di quello… Poi non ho mai capito cosa significhi, sembra che l’Italia non sia in Europa. Conta lo stile più che il sistema, il modo di approcciare, di andare e organizzarsi con e senza la palla. E poi le scelte dei giocatori, bisogna sceglierli. Loro a centrocampo hanno tre numeri 10, che corrono, difendono, fanno gol e assist. Loro hanno scelto sempre giocatori giusti, non si può a quei livelli scegliere giocatori non completi. Stanno facendo grandi cose.

In cosa siete vicini al suo tipo di calcio ed in cosa siete più lontani?

Il top non c’è mai, un allenatore vuole sempre migliorare su quello. Le scelte sono importanti, come abbiamo detto tante volte. Conta avere giocatori forti. Il calcio fatto qui negli ultimi tre anni è stato un calcio diverso da come lo vedo io. Ci sono tante somiglianze, a me piace avere la palla, ma la differenza è sulle distanze. Era un calcio bello quello dell’allenatore precedente, un calcio giusto, ma le distanze nel mio calcio sono diverse. Il calcio si basa su certe cose dove sono meglio certi giocatori. C’è questa diversità, che non vuol dire che tanti possono fare tutte e due le cose. Poi, come ho detto prima, bisogna finire al meglio queste gare importanti che ci possono dare eventualmente qualcosa di più. E poi, quando finisce, ci metteremo a programmare la prossima stagione con calma, lucidità e facendo le scelte giuste.

Quanto pesa il derby perso?

Quante conferenze abbiamo fatto? 15/20, lei non ha mai fatto una domanda positiva, è un grande. Io la ammiro per questo. E’ bella questa cosa, era per ridere. Poi quante sono le partite in stagione? 38? 38 per 3, un punto o zero è come vedo io il calcio. Ci sono 38 gare, si tirano fuori le somme alla fine e si vede dove si arriva. Io il calcio lo vedo in questo modo qua.

Luis Alberto è convocato?

E' convocato ed ha fatto una settimana normale. 

Etichetta di avere difficoltà con le big?

Etichette? Un’etichetta sbagliata dopo 10 giornate… Non si parla in questo modo. Abbiamo fatto due gare di primo livello con Juve e Roma, poi un livello buono con Monza e Genoa, più due di Coppa con la Juve. La sua analisi è sbagliata dal punto di vista delle difficoltà delle partite fatte. Se lei inizia e dice così è sbagliato. Noi abbiamo affrontato queste gare qua e mi dice che abbiamo giocato contro tutte piccole. Genoa e Monza fuori casa sono gare difficili, hanno fatto un grande campionato e hanno fatto le nostre stesse cose. Sono state partite toste. Si va là, si prepara la partita allo stesso modo, io le preparo così. Se vuoi fare il meglio possibile si guardano le cose concrete senza calcoli, senza etichette, senza pregiudizi, senza programmazioni, senza calcoli, senza tabelle. Questo è il calcio vissuto. Poi la sua domanda parla di un calcio diverso, di opinioni, chiacchiere, etichette, un calcio un po’ così. Domanda perfetta e risposta perfetta, lei parla di un altro calcio.

Ruolo di Isaksen oggi e nel futuro?

Lo stimo tanto, è un ragazzo con doti interessanti fisiche, mentali dal punto di vista della voglia di fare, di crescere e di imparare. Quello italiano non è un campionato facile, ma lui ha prospettive. Poi giocano in undici, io scelgo per il meglio della squadra e del club, ci sono anche altri giocatori. Tutti possono mostrare domenica dopo domenica, fa parte di questo sport. La stima c’è, poi il futuro lo vedremo insieme. Si cresce, si cambia, qualcuno scende e qualcuno sale, è il bello e il brutto di questo sport.

Provedel o Mandas?

Provedel è il primo portiere e domani torna. Mandas ha fatto molto bene, siamo contenti per questo però Provedel è il primo portiere. E’ stato fuori, stava tornando e domani è in porta.

Dove può migliorare Kamada?

Con lui parlo poco, non per la lingua ma perchè l’ho detto l’altro giorno che sta migliorando anche in quello. Sta facendo sempre cose giuste. Come i bambini a casa che sono buoni e ci si dedica agli altri. E’ una macchina in senso positivo, non sbaglia niente. Ha un cervello pazzesco, collegato con doti e talento. Può fare tutti i ruoli del centrocampo, ruba palla e ti porta avanti. Per questo lo stimo, è una bella scoperta per me in questi due mesi.

Come arginare la mancanza di fisicità nella Lazio?

Non si tratta solo di centimetri, si parla di gamba, di motore come piace agli allenatori, di potenza, di velocità, di duello. E’ una cosa naturale, se andiamo a vedere la Premier o la Liga vedi e sembra che vanno più veloci, più potenti nell’accelerazione. Questa è la direzione del calcio. Quelli che sono veloci sono bravi, costano tanto e vanno tutti in Premier, non è un segreto ma un dato di fatto. Se si vedono i dati di corsa e velocità si arriva a vedere che si fanno 130 km di velocità. C’è una percentuale pazzesca, la via è quella, lo dimostrano ogni domenica. Non è facile trovare quei giocatori, li vogliono tutti, nessuno vuole uno che va a 2 all’ora. Bisogna essere bravi a scegliere questo tipo di giocatori.

Il calendario è stato gestito bene?

Ne abbiamo già parlato, non è una cosa normale. Finisci e devi aspettare una settimana, spero non succeda in futuro. Ma non per avvantaggiare noi, ma per essere più regolari, non è bello per nessuno e penso che chi decida se ne rende conto.

Guendouzi e Gila come stanno?

Stanno bene, sono tornati. Mateo è diventato papà e si è allenato poco, vediamo oggi di scegliere bene, di scegliere quelli giusti. Tutti si sono allenati bene e vedremo domani. C’è una partita difficile di corsa e tanto sacrificio, serviranno 16 giocatori che danno l’anima per prendere qualcosa da là.

Pellegrini?

Domani gioca, gioca anche Rovella domani. Do due nomi così, altri non ne do.

 

 

 

 

 

 

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