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85 anni e non sentirli. Eugenio Fascetti, a dispetto dell'età, non ha smarrito, da buon toscano, quella vivacità con la quale risponde alle mie domande. Il tecnico di Viareggio di panchine ne ha girate tante, ma il suo biennio (1986-1988) alla Lazio fu a dir poco emozionante. Prima la rocambolesca stagione culminata nei drammatici spareggi di Napoli, con lo spettro della C all'orizzonte figlio del calcio scommesse, poi, l'anno dopo, finalmente la luce fuori dal tunnel con la serie A pronta di nuovo ad accogliere la prima squadra della Capitale. In quella Lazio operaia il buon Eugenio mise tanto del suo.

"Chi vuole, resti. Chi non se la sente, può andar via subito. Chi resta combatte fino alla fine. Rimanemmo tutti". Un discorso senza fronzoli consegnato agli archivi della lunga storia biancoceleste, un appello accorato alla squadra alla vigilia di una stagione incredibile che i laziali con la filigrana ricordano come uno scudetto. L'impresa dei meno nove sta tutta lì, racchiusa in quella frase secca, di getto, che riuscì a motivare un gruppo capace di scrivere qualcosa di memorabile preparando la strada alla Lazio del futuro che, qualche anno più tardi, da operaia sarebbe diventata nobile.

fascetti esulta dopo gli spareggi di napoli

Che ricordi conserva della sua Lazio?

"Fu, quella biancoceleste, una parentesi meravigliosa della mia lunga carriera. Alla Lazio mi legano ricordi bellissimi, prima l'Inferno della penalizzazione con il rischio di sprofondare in C, poi il Paradiso della A con la promozione dell'anno successivo. Emozioni difficili da spiegare".

Prima di sedersi sulla panchina laziale regalò pochi mesi prima, quando allenava il Lecce, un sommo dispiacere ai cugini giallorossi...

"Fu una domenica surreale, forse la più incredibile della mia storia calcistica. Ci davano per spacciati, invece battemmo la Roma. E' la bellezza del calcio..."

Segue ancora il calcio?

"Abbastanza, anche se non mi entusiasma più come un tempo. Il calcio è una creatura in continua evoluzione, è cambiato molto rispetto ai miei tempi. A rimetterci, purtroppo, è lo spettacolo"

Le piace la nuova Lazio di Sarri?

"La squadra è forte, lo ha dimostrato ampiamente la scorsa stagione. Credo ci siano i giusti presupposti per fare bene anche quest'anno, la rosa è più ampia, sono molto fiducioso. Poi quando girano Felipe Anderson e Luis Alberto.."

Lei lanciò Antonio Cassano in Serie A: non crede che oggi si attinga poco dai nostri vivai?

"Il settore giovanile è un serbatoio prezioso ma, a mio avviso, poco sfruttato. Sembra vada quasi di moda acquistare all'Estero, in Italia i talenti non mancano, basta solo scovarli".

Quale squadra si avvicina di più alla sua filosofia calcistica?

"Mi piacciono molto l'Inter e la Lazio, mi ha entusiasmato anche il Napoli di Spalletti".

Divenuto, nel frattempo, ct della Nazionale: che futuro intravede per la squadra azzurra?

"Sono molto ottimista, la squadra c'è, speriamo bene"

Chi vincerà lo scudetto?

"Vedo in pole l'Inter, ma sarà un campionato molto equilibrato".

Di Libero Marino

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