header logo

EDITORIALE - La sconfitta di ieri contro il Milan determina in maniera evidente e significativa come in questa stagione la squadra biancoceleste sia tra quelle più “sfortunate” con le direzioni arbitrali. Dopo Prontera, Ayroldi, Maresca è arrivato Marco Di Bello dalla Sezione di Brindisi a far tracimare quello che era un bicchiere colmo di nefandezze arbitrali che sono state sottaciute per troppo tempo. La colpa è della società biancoceleste è quella di essere rimasta supina alle mastodontiche scempiaggini che hanno condizionato inevitabilmente la classifica della squadra. La colpa è anche un po' nostra a partire da quelli che fanno comunicazione fino a tifosi, che spesso si sono focalizzati sulle prestazioni della squadra dimenticando però come a volte i risultati si ottengono anche senza meritare e per questo non bisogna vergognarsene come ha fatto Pioli ieri sera. Il tecnico rossonero è stato il chiaro esempio di come nel calcio contano solo i risultati e per ottenere quest'ultimi si può anche calpestare la propria dignità sportiva. Siamo stati attratti troppo dalle nostre contraddizioni interne che 20 anni ciclicamente riemergono quando il rendimento della squadra non è quello che ci aspettiamo. Siamo rimasti impassibili quando ci venivano sottratti dei punti da sotto il naso per valutazioni che puntualmente con altri interpreti andavano in senso diametralmente opposto. Abbiamo abbassato la soglia di attenzione minima concedendo il fianco. Mentre noi discutevamo di Sarri, del calciomercato, di Immobile e di Milinkovic in altri lidi si metteva a tavolino una strategia ben precisa finalizzata a colpire il Presidente della Lazio. Questa non è una valutazione personale, ma quanto emerge dalla conferenza stampa di Lotito stesso al termine della gara. Il signor Marco Di Bello non è un semplice arbitro scarso ma non è stato altro che un scalcinato esecutore di un piano atto a colpire in maniera grottesca e maccheronica la squadra di Sarri. Le dichiarazioni di Lotito sono allarmanti e dovrebbero quest'oggi compattare tutto l'ambiente biancoceleste verso un'unica direzione. Se in gioco c'è la Lazio stessa dobbiamo per un attimo smettere di pensare alle tante cose che possono migliorarsi all'interno della società e puntare il dito contro chi la sta attaccando. La compattezza dell'ambiente è necessaria come è necessario che Lotito cominci a fare oltre che le battaglie per di politica calcistica anche quelle per la tutela della Lazio. Serve prendere di petto la situazione ed alzare la voce a difesa di un popolo intero che si sente sotto attacco. E' il momento di dare un segnale forte all'ambiente che si stanno facendo battaglie per la Lazio e non per la Lega Calcio. Nella speranza che questa esperienza nel multiverso arbitrale del direttore di gara pugliese sia l'ultima, se nel nostro futuro non ci sarà niente "Di Bello" questa sarà già una buona notizia!!!  

La conferenza stampa di Lotito dopo Lazio - Milan

Lazio, 29 aprile 1998: il trionfo in Coppa Italia contro il Milan sancisce l'inizio dell'era Cragnotti
Lazio - Milan: arriva la punizione dell'AIA per Di Bello