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E' il 12 maggio 1974. La Lazio è Campione d'Italia.

E' il giorno della consacrazione della Lazialità.

Nell'arco della gloriosa storia della prima squadra della Capitale, si può affermare, senza timore di essere smentiti, che i laziali hanno, di fatto, acquisito i valori liberali, sociali e rivoluzionari, sotto la guida del suo fondatore, il Bersagliere Luigi Bigiarelli; la tenacia, il senso di appartenenza e l'autenticità provengono invece dal Generale Vaccaro, colui il quale ci ha difeso dall'omologazione con le altre squadre capitoline, fortemente voluta dal regime fascista, nel 1927, a causa della quale nacque, poi, l’altra squadra di Roma; i ragazzi del '74, invece, hanno il merito di aver forgiato, dentro ognuno di noi, lo spirito laziale che ci contraddistingue da sempre.

E' infatti grazie soprattutto alla loro impresa storica che oggi noi laziali siamo così: contro tutti, contro tutto, antidivi e un po' goliardici.

L'Italia, negli anni ’70, quelli appena post rivoluzione del 1968 ed in piena epoca degli anni di piombo, era perennemente impegnata in un continuo dibattito. Erano molteplici le fazioni contrapposte in quegli anni. Tra di loro anche i pro o contro il divorzio. Una lotta politica culminata con la scelta di indire un Referendum, che si terrà proprio nelle giornate del 12 e del 13 Maggio 1974.

Era la prima volta che un referendum abrogativo veniva attuato Italia. Così come quello era il primo anno che la nostra Lazio che "battagliava", e anche duramente, per lo scudetto. Battagliava, si. Dopo la “sfortuna” dell’anno precedente, infatti, i giocatori biancocelesti diventarono di fatto, dei veri e propri “guerrieri”, mentre gli avversari divennero dei “nemici” da sconfiggere nella “battaglia” del campionato.

Dopo un intero girone di ritorno con la Juventus, diretta inseguitrice, tenuta praticamente e costantemente a tre lunghezze di distanza, arriva, finalmente, per la Lazio il momento tanto atteso, quanto desiderato. La prima squadra della Capitale è ormai lanciata verso il primo tricolore della sua storia.

Il 12 Maggio del 1974 allo Stadio Olimpico arriva il Foggia. Battendolo, la banda Maestrelli si sarebbe laureata Campione d’Italia con una giornata d’anticipo. Grazie al rigore trasformato da Long John, la Lazio superò di misura l'ostico Foggia di Lauro Toneatto, che aveva raggiunto la capitale alla disperata ricerca di punti per sperare nella salvezza. Grazie a quel tiro dagli undici metri, tra l'altro, Giorgio Chinaglia metterà a segno la sua 23esima rete, delle 24 complessive con le quali si laureò capocannoniere di quel campionato.

Pulici, Petrelli, Wilson, Oddi, Martini, Nanni, Frustalupi, Re Cecconi, D’Amico, Garlaschelli, Chinaglia. La formazione da intonare come un motivetto, vanto biancoceleste della nostra generazone, così come quella dei nostri nonni,  dei nostri padri e dei nostri fratelli. Di padre in figlio.

Il 12 maggio del 1974 diventa, per tutti i tifosi della Lazio, una data storica: i valori, la tenacia di una grande squadra e l'amore del suo indimenticato allenatore, saranno per sempre nel cuore e nell'animo di ogni laziale.

Da quel giorno siamo cambiati dentro, non abbiamo paura di niente e di nessuno. Quel giorno ci ha dato la forza di urlare, di lottare strenuamente, come in occasione degli spareggi di Napoli, ci ha portato sul tetto d'Europa ed infine ci ha spinto a diventare la squadra più vincente della Capitale.

Francesco Suma e Gianluca Fiocco

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