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E' stato il primo trofeo dell'era Cragnotti ed anche il primo trofeo vissuto dai nati dopo gli anni 70'. Venticinque anni fa la Lazio di Sven Goran Eriksson alzava nel cielo di Roma la sua seconda Coppa Italia al termine di una finale rocambolesca contro il Milan di Capello.

La gara d'andata giocata a Milan vide la Lazio mettere sotto i rossoneri per larghi tratti del match, ma un gol all'89' minuto di Weah su rinvio di Sebastiano Rossi mise in salita la gara di ritorno, che diventò un vero e proprio Everest quando al primo minuto della ripresa Albertini portò in vantaggio il Milan con un calcio di punizione.

La disfatta sembrava dietro l'angolo, ma la riscossa biancoceleste la diede uno dei calciatori più iconici e meno blasonati di quella rosa. Al 50' minuto la mossa della disperazione del tecnico svedese si rivelò un'intuizione geniale. Ad uscire fu Grandoni che lasciò il posto in campo a Guerino Gottardi. L'italo-svizzero ci mise 5 minuti per riaprire la partita segnando con un colpo a porta sguarnita su un assist al bacio di Roberto Mancini. Con l'Olimpico infuocato a spingere i biancocelesti fu ancora Gottardi, tre minuti più tardim a guadagnarsi il calcio di rigore, poi trasformato da Jugovic, per un fallo subito da Paolo Maldini. L'apoteosi arrivò con il gol di Nesta sugli sviluppi di un calcio d'angolo che ribaltò in dieci minuti una finale che sembrava segnata.

Nasceva così in chiaro stile laziale la Lazio più vincente della storia che dominò in Italia ed in Europa.

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