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Come ormai da 14 anni a questa parte il 25 aprile è il giorno in cui sui social dei tifosi biancocelesti ricordano con piacere quanto accaduto nel 2010. Ma torniamo indietro con il tempo e narriamo uno dei giorni più lunghi della storia recente della Capitale a livello calcistico.

Era la notte del 24 aprile 2010 quando a Roma si respirava un'aria densa di contraddizioni dovuta al mischiarsi delle paure biancocelesti con la classica e storica boria giallorossa. Proprio in quelle ore c'era iniziava un delle giornate più frenetiche a livello emotivo che un tifoso laziale abbia mai vissuto, seconda solo al 14 maggio del 2000. La derelitta Lazio va a giocarsi nel pomeriggio la salvezza sul campo del Genoa di Gasperini mentre nel posticipo serale a Roma è attesa la Sampdoria di Del Neri che è in lotta per un posto in Champions.

Inizia la gara di Genova e Palacio porta in vantaggio i padroni di casa. Nella Capitale già suonavano le grancasse che ipotizzavano una memorabile doppietta (scudetto+ retrocessione) e sicuramente qualcuno aveva già preparato sciarpe o maglie commemorative. Quanta paura e quanta ansia in quegli attimi, ma per fortuna proprio nei momenti più bui e difficili la storia biancoceleste cambia. Come l'araba fenice che dalle sue ceneri rinasce più forte di prima i gol di Dias e Floccari ci riconsegnano al mondo reale e ci donano quel minimo di dignità necessaria per affrontare la serata. Il pensiero, infatti, andava inevitabilmente a cosa sarebbe accaduto di li a poco.

Inizia la gara di Roma con molti di laziali che sono in macchina o in treno di ritorno da Genova e questa credo fu la salvezza dei più deboli di cuore. Alla radio si sente una sinfonia giallorossa, con Giulio Delfino che descrive azioni offensive a non finire nemmeno fosse una squadra di Zeman, ma non vederle certe cose è stato di sicuro meglio. Segna il numero 10 della squadra giallorossa e non ci rimane che sperare in qualcosa di etereo più che in qualche giocatore perchè la Sampdoria. Ma proprio quando si arriva ad un bivio che ti può cambiare la vita arriva qualcuno che cambia e scombussola i destini di tutti noi. Chi vi scrive era al bivio di Orbetello e decidendo se tornare a Roma o dirigersi altrove continuò dritto verso casa con l'assoluta certezza che avrebbe anticipato il lockdown di 10 anni.

Per tutti gli laziali arrivò lui a quel bivio che ci prese per mano e ci portò in paradiso per un notte intera ed alla vita normale dal giorno dopo. Lo stacco di testa su cross di Cassano di Giampaolo Pazzini è come una foto di Anna Falchi che ogni volta che la vedi anche anni dopo ti riporta quel sorriso perchè ne apprezzi ancora l'eterna bellezza. Il secondo gol in scivolata su cross di Mannini invece è come l'incredulo urlo "Ho vinto... C'ho un cavallo che ha vinto" dell'Avvocato De Marchis in Febbre da Cavallo quando Soldatino vince la sua corsa, mentre il grande Gigi Proietti da buon romanista aveva già presagito tutto esclamando un "Sò rovinato". Eh già ma non è stata la celeberrima tris di Gabriella a rovinare l'atavico destino dei giallorossi, ma fu proprio la doppietta del Pazzo!!!

Oggi da 14 anni a questa parte il 25 aprile è il giorno della Liberazione per l'Italia intera, ma in particolare per i tifosi della Lazio!!!

 

 

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