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Ci sono date storiche scolpite nei cuori dei tifosi della Lazio. Una delle più importanti è sicuramente quella del 1° Aprile del 2000, quando allo Stadio delle Alpi di Torino andò in scena lo scontro scudetto tra Juventus e Lazio. Una partita che a distanza di anni mette ancora i brividi per l'emozioni che a distanza di anni riecheggiano in tutti i tifosi della Lazio.

A ripensarci bene quello accaduto ha ancora qualcosa di epico per le modalità, ma soprattutto per il cuore dei tifosi che in primis spinsero la Lazio all'impresa. Dopo 28 giornate, la squadra di Eriksson deve inseguire la Juventus. Grazie ai risultati della giornata precedente che ha visto i biancocelesti battere  2-1 la Roma nel derby capitolino e la Juventus sconfitta contro il Milan per 2-0, la Lazio era riuscita ad accorciare la distanza in classifica con i bianconeri. C'erano solo sei punti da recuperare ed un solo colpo da sparare per riaccendere la speranza. Lo scontro diretto allo Stadio delle Alpi.

La classifica infatti vede la Juventus davanti a 59 punti, la Lazio insegue a 53.

Ovvio che se non fosse arrivata la vittoria il campionato sarebbe andato in direzione Torino per via del vantaggio, ma anche della situazione psicologica che si sarebbe creata.

Ancelotti si affidava alla formazione migliore, con Van der Sar tra i pali linea di difesa a quattro con Ferrara, Montero, Iuliano, e Pessotto a centrocampo Conte Tacchinardi, Davids con Zidane alle spalle di Filippo Inzaghi e Del Piero.

Al contrario la squadra di Eriksson arrivava alla gara con qualche defezione e, pur recuperando Mihajlovic, si trova con la difesa dimezzata perché Nesta, Marchegiani e Favalli erano indisponibili così come Roberto Mancini.

I ragazzi di Eriksson spinti e caricati dagli oltre cinquemila tifosi presenti nel settore ospiti, entrarono in campo con Ballotta tra i pali, Negro, Couto Mihajlovic e Pancaro in difesa, a centrocampo Conceicao, Almeyda, Simeone, Nedved con Veron a supporto di Simone Inzaghi.

Nel primo tempo la Lazio entra in campo con coraggio e prova a fare la partita e con Nedved provano in un paio di occasioni ma le parate di Van der Sar negano il vantaggio.

La Juventus risponde come al solito con delle giocate personali ed ha la palla buona con Del Piero, ma prima Ballotta è attento.

Nella ripresa la Lazio sembra aver perso un pò di smalto ma non la voglia di provarci. La svolta arriva in un minuto, un vero pesce d'aprile per la Juventus. Al 65' minuto, Ferrara viene espulso per doppia ammonizione dopo un fallo su Simone Inzaghi ed al 66 minuto arriva il gol decisivo. La Juventus ancora non è risistemata per via dell'espulsione e la "Brujita" Veron scodella in area di rigore un cross per "El Cholo" Simeone, che con una frustata di testa tanto forte quanto precisa insacca all'angolino basso, alla destra di Van der Sar.

Il settore ospiti esplode e Simeone con una corre a braccia aperte verso di loro, come volesse abbracciarli uno per uno. Un delirio che continuerà per tutto il resto della gara dove ci sarà modo per soffrire ancora. La Juventus prova l'assedio ed il compianto Farina concede loro diverse punizioni dal limite. Ballotta non lascia trasparire emozioni e nonostante sembrasse così piccolo rispetto ad una porta che noi tifosi vedevamo gigante, risulterà insuperabile.

Al triplice fischio l'esplosione di gioia dei tifosi laziali mentre gli juventini abbandonano lo stadio a testa bassa. Tutti i calciatori biancocelesti, carichi di gioia, vanno a festeggiare con la propria gente e proprio Simeone mostra il numero tre con le dita della mano destra. Tre, come i punti che mancano per conquistare uno scudetto che da sogno la Lazio trasformerà in realtà.

Ventiquattro anni fa si fece la storia ed oggi come allora siamo qui ancora con i brividi sulla pelle e le lacrime agli occhi.

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