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EDITORIALE – Roma è la Lazio ed il derby l”hanno vinto i laziali

“Roma è la Lazio” questa è stata la frase con cui la società ha caricato l’ambiente biancoceleste prima della sfida contro i rivali cittadini di sempre in un video diventato virale sui social. Questa è stato solo il preludio di quello che si è visto in campo ieri allo Stadio Olimpico. Una Lazio depauperata del suo potenziale offensivo viste le assenze di Milinkovic ed Immobile che ha messo in campo il cuore. Il “Comandante” lo ha chiesto prima della battaglia ai suoi soldati e loro hanno eseguito. “I punti sono un obiettivo nostro, oggi si gioca per il popolo laziale che oggi pretende una prestazione cuore, anima, personalità”.

Questo è quello che si è visto in campo con una Lazio tosta, concentrata pronta a lasciare il fioretto negli spogliatoi. I giocatori hanno metaforicamente inforcato la spada ed indossato elmetto ed armatura e sono scesi sul terreno di gioco pronti per fare una gara che non gli è nelle corde. Mai si era vista una Lazio così nell’era Sarri, ma la posta in palio vale più di ogni integralismo tattico. Sarri ha cambiato pelle alla sua impostazione ed ha pensato a disinnescare le armi per lo più fisiche e confusionarie del suo avversario che sedeva nell’altra panchina.

Nel rettangolo di gioco come sugli spalti i migliori in campo sono stati i tifosi della prima squadra della Capitale. Alessio Romagnoli al suo primo derby è stato perfetto in ogni suo intervento. Non ha tradito emozione il ragazzo di Anzio che porta i colori biancocelesti nel cuore e che questa estate ha coronato il suo sogno da bambino che era quello di vestire la maglia della sua Lazio. Il suo lavoro sui palloni alti è stato fantastico con Abraham che nei passati derby aveva fatto il bello ed il cattivo tempo che non l’ha mai presa. Quando sul finale di gara c’è stato fare un intervento alla disperata non si è tirato indietro. Una carambola fortunosa e Zaniolo si ritrova il pallone buono per tirare, ma prima di farlo deve fare i conti con Romagnoli che con un intervento pulito lo contrasta e spegne una delle ultime speranze per i giocatori della Roma.

Poco più avanti a lui c’era il Capitano di questa sera, Danilo Cataldi che ha disputato forse la sua più bella partita con l’Aquila sul petto. Eppure aveva sbagliato il primo pallone che aveva generato una ripartenza della Roma molto pericolosa. Nessun dramma e Danilo da li in poi è stato scientifico. Senza timore ha calamitato tanti palloni nel primo tempo cercando di cucire gioco. Nella ripresa con la squadra in vantaggio si è messo a giocare quello che non è il suo calcio, ma senza paura. tanti contrasti, spesso vincenti in mezzo al campo conditi da un paio di interventi risolutori sul limite dell’area di rigore. Aveva il fuoco negli occhi come quasi mai avevamo visto e nel momento del bisogno si è caricato la Lazio sulle spalle trascinandola al trionfo.

Se Romagnoli e Cataldi sono laziali dalla nascita Felipe Anderson di sicuro lo è diventato col passare del tempo. Tanti anni a Roma, il ritorno a casa e l’esplosione con Sarri che per lui stravede. Eravamo abituati a vederlo giocare un calcio a ritmo di samba con grandi numeri tecnici, ma qualche pausa. Stavolta no. Oltra al gol vittoria Felipetto stavolta “ha fatto la guerra” come si dice in gergo. Ha contrastato Smalling anche sui palloni aerei, ha pressato è tornato in difesa e non ha mai fatto mancare il suo apporto alla squadra. Quell’esultanza da boxer poi non l’avevamo mai vista a sinonimo della crescita caratteriale di uno dei leader che era in campo in questa gara.

Menzione d’onore la merita un altro laziale che non è sceso in campo, ma che ha fatto un gesto tecnico degno di un fuoriclasse che tutti i laziali vorrebbero fare una volta nella vita. Stefan Radu forse è alla sua ultima stagione con la maglia della Lazio, ma il suo cuore sarà biancoceleste per sempre. Prendere quel pallone e far passare qualche secondo che diventano 2 minuti per la gazzarra che si è scatenata sono anche loro valsi un pezzettino di gara. La Roma aveva poche idee, ma qualcosa in più da spendere a livello fisico. La palla che arriva di fronte alla panchina era un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Rui Patricio che pensa di riceverla, ma poi il colpo di genio con la palla che sparisce.

Mentre i laziali in campo lottavano con le unghie e con i denti sugli spalti i 20 mila tifosi non hanno mai lasciato sola la squadra. Sono stati l’ultimo baluardo canoro capace di ricaricare le pile ormai esaurite dei giocatori. Durante i 10 minuti di recupero di Orsato il favore del campo è stato capovolto. I 40mila giallorossi ammutoliti hanno lasciato la scena alla maestosa Curva Nord.

“ROMA E’ LA LAZIO ED IL DERBY L’HANNO VINTO I LAZIALI”