Lulic: “Io tradito, scaricato da Tare senza una telefonata. Ma ai tifosi della Lazio….”
Torna a parlare dopo un anno di silenzio, Senad Lulic, l’uomo della storia biancoceleste. Il capitano lo fa in esclusiva al Corriere dello Sport e si toglie più di un sassolino. Un macigno. Queato uno stralcio della sua lunga intervista.
Dall’infortunio del 2020
“Quello di febbraio 2020 non è stato un infortunio ma un incidente. Tanta gente non lo sa o fa finta. Ho continuato a giocare con i dolori, non c’erano cambi. Dopo le infiltrazioni mi è venuta un’infezione dovuta ad un batterio. Mi sono dovuto operare tre volte, una a Roma e due in Svizzera”.
Rabbia
“Pensavo che con la società ci saremmo seduti per chiarire cosa fare. Ho provato rabbia e amarezza. Giochi l’ultima e non sai ancora cosa succederà. È mancata chiarezza. Invece sono partito per le vacanze e in vacanza sono rimasto. Il 30 giugno mi hanno detto che avrebbero preso un altro”.
Sarri
“Alla fine è passata che Sarri non mi volesse, ma non penso che c’entri. Potevano dirmi “Hysaj è più forte, non ci servi più”.
26 maggio
“Con i tifosi ci sarà sempre un legame, dirgli grazie è poco. Per quella vittoria non c’è rivincita. Eroe? Un po’ esagerato. Sono stato nel momento giusto al posto giusto, quel gol è l’immortalità calcistica”.
I non premiati
“Vedere le premiazioni quest’anno mi ha fatto male. Luiz Felipe meritava comunque di essere premiato come gli altri. A volte manca rispetto”.
Nessun ringraziamento
“Alla fine un bel calcio in c… Neanche un grazie. È questo che mi dà fastidio. Avevo dolori ovunque e ho giocato. Ma la gente lo vede…”
Salto di qualità
“Si dice da anni, manca tanto alla Lazio per fare il salto. L’amarezza? Passerà, la Lazio e i suoi tifosi sono dentro di me”.