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Report, “Vola un aquila nel cielo”: il servizio con la sciarpetta giallorossa al collo condito da falsità ed omissioni

Tanto rumore per nulla! Questa è la considerazione che viene da fare dopo la messa in onda del servizio della trasmissione Report su Rai Tre che ha avuto ad oggetto la figura di Claudio Lotito. Non vorremmo passare per i difensori del Presidente della Lazio, il quale è stato oggetto di critiche per la sua gestione della società, ma, per onestà intellettuale, non si può omettere di sottolineare tutte le contraddizioni, omissioni e falsità anche maccheroniche messe in onda.

Il programma aveva annunciato una vera e propria bomba mediatica che partendo dalla tentata scalata di Lotito nel 2018 ad Alitalia è andata a scavare dietro il ricorso di Lotito per l’elezione a Senatore per passare poi all’analisi del bilancio della Lazio, per arrivare all’accordo commerciale per l’aereo della squadra, fino a tirare fuori di nuovo il processo tamponi.

Insomma una vera insalata mista di vari argomenti slegati tra loro che secondo il conduttore Sigfrido Ranucci, noto tifoso giallorosso, andavano a definire i tratti di un cosiddetto “furbetto” del Bel Paese. Un giornalismo d’inchiesta che però in un battibaleno si è trasformato in un programma trash con l’intervista a Lotito soggetta a tagli ad arte senza avere mai la possibilità di avere una cognizione della continuità del girato. Dal punto di vista mediatico ha divertito ed appassionato il pubblico, ma che a livello di contenuti ha mostrato tutta la lacunosità di un’inchiesta dai contenuti discutibili.

RICORSO AL SENATO

Il servizio ha avuto inizialmente come oggetto il ricorso presentato da Lotito per la carica da Senatore nel collegio plurinominale della Campania nelle elezioni politiche del 2018. La Giunta delle elezioni che avrebbe dovuto prendere una decisione entro 18 mesi ci ha messo ben 2 anni per arrivare ad una soluzione definitiva, accogliendo la domanda di Lotito. Ad oggi dopo oltre 4 anni però Lotito è ancora fuori dal Senato che non ha ri-calendarizzato la votazione dopo il rinvio di dicembre. In questa vicenda, quindi, Lotito più che furbetto sembra essere il “fesso del villaggio” che pur avendo diritto alla carica da Senatore come stabilito dai competenti organi dello Stato ad oggi è ancora fuori dal Parlamento.

Nel servizio è stato messo in evidenza come il Comitato ad hoc nominato dalla Giunta delle elezioni ha rilevato come dagli errori individuati il seggio sarebbe potuto essere assegnato non a Forza Italia, ma a LEU. Di fatto però sono sparite le schede elettorali di 6 sezioni delle quali sono rimasti solo i verbali. Per ben due volte la Giunta delle elezioni ha espresso parere favorevole all’assegnazione del seggio a Lotito stante l’impossibilità di un nuovo conteggio effettivo delle schede elettorali. Le valutazioni personali che Ranucci fa in diretta sulla possibilità della Giunta di sposare la line del presidente del comitato Pietro Grasso, che avrebbe voluto assegnato il seggio a Liberi e Uguali, omettono di considerare come lo stesso Grasso faccia parte di quel partito politico ed abbia un’interesse ben preciso nella vicenda. Ranucci chiarisce come c’era la possibilità della Giunta delle elezioni di ritenere validi i verbali di quelle sei sezioni, ma non afferma mai come la decisione assunta dalla Giunta delle elezioni è legittima e nella stessa Lotito non ha mai avuto alcuna influenza. Paradossali sono anche le domande del giornalista Luca Chianca che ponendo le sue domande ai suoi intervistati pone sempre in evidenza come ci sia stata “una norma Lotito” lasciando intendere che la Giunta delle elezioni abbia avuto un occhio compiacente nei confronti del Presidente della Lazio.

PROCESSO TAMPONI

Sigfrido Ranucci se rimane apparentemente super partes nella vicenda che riguarda il Senato, cambia espressione quando si comincia a parlare di calcio ed inizia una ricostruzione grossolana del caso tamponi partendo subito dal nome che fa odience Ciro Immobile. “La bandiera della Lazio risultata positiva al primo tampone, negativa al secondo tampone, positiva al terzo tampone…” parole che danno l’idea di una consequenzialità relativa ad un’unica procedura. A dire il vero a smentire Ranucci e la redazione di Report è stata la sentenza della Corte d’Appello Federale che in via definitiva ha condannato Lotito a due mesi d’inibizione, nonostante ne abbia scontati sette. Anche in questo caso il furbetto passa nuovamente per il “fesso del villaggio”.

Report, nel ricostruire la vicenda, omette scientemente di specificare come nel procedimento sportivo è stato appurato come Ciro Immobile e tutti i calciatori della Lazio non sono mai scesi in campo da positivi. Il giornalista Luca Chiana, però, pone una domanda al Presidente del Collegio Arbitrale Franco Frattini, il quale certifica il pregiudizio e la pretestuosità del servizio: “Rimane il fatto che una squadra manda in campo dei giocatori positivi ad almeno dei test?”. Niente di più falso confermato dal fatto che la risposta di Frattini nonostante il taglio ad arte in sede di montaggio non conferma in alcun modo l’assunto del giornalista. Nelle motivazioni della condanna nei confronti di Lotito, infatti, è stato contestato il “non aver tempestivamente comunicato alle ASL competenti la positività al Covid-19”  di alcuni calciatori prima di Bruges-Lazio, Torino-Lazio e Zenit-Lazio e “per non aver attivato alcuna misura di prevenzione sanitaria con riferimento ai “contatti stretti” dei tesserati risultati positivi al Covid-19. L’inosservanza dell’obbligo di precauzione e la negligenza sono state ritenute sussistenti dal Collegio di Garanzia per il solo fatto di avere consentito ai calciatori, positivi anche ad un solo tampone, di accedere ai locali della società e di scendere in campo”.

Non sono mancati nel servizio i riferimenti alla scelta della Lazio del Laboratorio Diagnostica Futura di Avellino per l’elaborazione dei tamponi dei calciatori per le gare di campionato. Fari accesi sull’indagine della Procura della Repubblica ai danni del proprietario Walter Taccone. Tra mille illazioni e sorrisetti Ranucci omette di precisare come il tampone di Immobile uscito negativo prima della gara contro il Torino è stato fatto riprocessare dalla Procura della Repubblica di Avellino all’Ospedale Moscati che ne ha confermato la negatività. Piccoli dettagli che fanno la differenza.

Paradossale l’intervista al virologo Andrea Crisanti che trasformandosi giurista alle prime armi afferma l’impossibilità di processare più tamponi ai calciatori (“i giocatori non hanno un diritto sovranazionale”). Peccato che il protocollo per gli atleti professionisti lo preveda e che la stessa procedura fatta per Immobile è stata seguita anche per altri calciatori che ad un’iniziale tampone positivo hanno sostenuto dei tamponi successivamente e sono stati dichiarati falsi positivi.

Siamo di fronte insomma ad un lavoro veramente di qualità giornalistica scadente in cui le omissioni e le falsità, confermano il preconcetto alla base del presunto scoop televisivo, che in realtà si è consumato solo gettando fumo negli occhi dei telespettatori meno informati.

BILANCIO LAZIO

L’analisi del bilancio della Lazio poi è poi effettuata in maniera analitica senza una visione d’insieme della situazione e soprattutto il dott. Bellanova sembra non avere la minima conoscenza del patrimonio netto della società tra calciatori e beni immobili. Un perdita di esercizio di 25 milioni a fronte di un fatturato di 150 milioni. “Come fa stare in piedi una società che perde sempre?” la domanda del giornalista Luca Chiana “Bisogna metterci i soldi” risponde Bellanova, che continua: “I soldi credo li prenda dalle sue società”. Forse il buon Ranucci avrebbe dovuto far analizzare a Bellanova il bilancio della sua amata Roma che di debiti di esercizio 185,5 milioni di euro al 30 giugno 2021. Ciononostante i rapporti tra le società di Lotito e la Lazio si basano su cifre modeste, come ha precisato il giornalista de Il Sole 24 Ore Gianni Dragoni che li quantifica in 7 milioni di euro. Lotito risponde che si tratta di “sinergia imprenditoriale”, ma ai comuni cittadini sembra essere una semplice ragione di opportunità.

Ridicola e del tutto priva di verità, la dichiarazione di Bellanova sullo stipendio di Lotito da Presidente della Lazio “mentre tutti gli altri amministratori prendono 1000 euro al mese lui ne prende 50 mila”. Partendo dal presupposto che, essendo società private, queste possono elargire stipendi nel rispetto delle normative minime secondo la loro scienza e coscienza. In serie A nel 2019 Gadzidis del Milan aveva uno stipendio di 3,5 milioni di Euro, Setti del Verona 3 milioni di Euro, Paratici 2,8 milioni di Euro, Fienga e Baldissoni 750mila Euro. Fare riferimento agli altri membri del consiglio d’amministrazione della Lazio è paradossale ed anzi conferma il fatto che Lotito abbia a cura il bilancio della Lazio evitano di avere dei manager che possano aiutarlo nell’attività di gestione.

L’interpretazione dell’operazione Akpa Akpro è poi paradossale perchè la Lazio ha accantonato la somma da versare alla Salernitana nel caso in cui le condizioni della valorizzazione si verificheranno. Non siamo di fronte ad una plus valenza, ma ad una valorizzazione che è cosa ben differente anche perchè come spigato dal DS della Salernitana di allora la somma non è stata messa a bilancio della Salernitana.

La considerazione che poi fa Ranucci dalla vendita della Salernitana è poi fantasiosa “E’ finita la pacchia. E’ emerso chiaramente che la Salernitana abbia avuto benefici dal rapporto che aveva privilegiato con la Lazio”. Ranucci forse dimentica che la Salernitana negli anni ha valorizzato due calciatori della Lazio molto importanti come Strakosha e Luiz Felipe che secondo Trasnfertmarkt hanno un valore di mercato rispettivamente di 7 e 18 milioni che sono meno dei 10 milioni pagati da Iervolino per acquistare il club campano.

AEREO LAZIO

“La passione per gli aerei di Lotito la prendiamo da lontano partendo da un aereo che aveva un pò troppe toppe” l’introduzione di Ranucci sulla questione dell’aereo della Lazio è da tifoso da bar che potrebbe risultare anche divertente in un altro contesto, ma che avrebbe avuto più senso in un programma di Barbara D’Urso. La riproposizione di un video girato da un tifoso della Roma che inquadra l’aereo della Lazio poi scade nel trash di basso livello e sembra quasi un’esca per riaccendere l’attenzione del telespettatore che aspettandosi che fossero svelati i segreti di Fatima, si trovava di fronte invece alla scoperta dell’acqua calda. I rapporti con la Tayaranjet partono da una domanda divertente ma con poco senso “Non aveva paura a far volare i giocatori su quell’aereo?”. Il giornalista Chianca forse non sa oppure ha omesso di precisare come l’aereo della Lazio effettuava voli per il trasporto dei civili e che lo stesso è stato utilizzato per una trasferta europea anche dalla squadra campione d’Italia di basket la Virtus Bologna. Di converso, l’aereo era sottoposto a tutte le verifiche ed i collaudi obbligatori dell’Enac che ne ha autorizzato il volo. Il fatto che la società con cui Lotito e la Lazio hanno interrotto i rapporti commerciali sia al momento morosa con l’aeroporto di Trapani è un dettagli che nulla attiene alla figura di Lotito, ma che messa nel servizio ha allungato il brodino che sembrava un tantinello scarso di sapore.

SCALATA ALITALIA

“Su questa vicenda delle compagnie aeree, se l’intervista con Luca è stata da tripla 1X2 qui all’ultimo momento Luca ha fatto gol” così Ranucci annuncia il pezzo forte di questo servizio durato 50 minuti, ma che a questo punto ne dedica meno di 10. Si parla del tentativo di scalata di Lotito ad Alitalia come socio di minoranza rispetto alla cordata che vedeva come capofila Ferrovie dello Stato. A giugno 2019 Lotito presenta la sua offerta a Ferrovie dello Stato dietro la condizione però che la gestione della compagnia aerea fosse affidata a lui ed allega una lettera del Banco Santander con la quale conferma la possibilità di impegno del 375 milioni di Euro che poi lo stesso istituto di credito ha confermato essere falsa. Lotito spiega come la valutazione espressa in quella lettera era stata affidata ad un soggetto terzo, una banca d’affari, come spesso accade in affari di questo tipo. Ora dal punto di vista giornalistico questo sembra essere l’unico punto con una ricostruzione veritiera, anche perchè l’unico di novità emerso. Il servizio di Report non chiarisce però le responsabilità nella vicenda da parte di Lotito che potrebbe essere realmente stato oggetto di un raggiro. Al tempo stesso però la domanda che un cittadino italiano dovrebbe porsi riguarda Ferrovie dello Stato ed il perchè una società pubblica che riceve un documento falso per un’affare d’interesse nazionale non abbia mai denunciato lo stesso alle Autorità Giudiziarie. E’ più grave la condotta di Lotito “alla Totò” come dice Bellanova oppure quella di una società pubblica che omette di procedere con le dovute ed opportune cautele. Ranucci però in questo caso dimentica come una cosa simile successe alla sua Roma che nel 2003 si iscrisse al campionato di Serie A sulla base di fidejussioni che poi si rivelarono false. Chissà se Ranucci in quel caso sarà stato uno di quelli che hanno avanzato dei dubbi nei confronti dell’allora Presidente giallorosso che tuonò a gran voce “Siamo parte lesa”. L’unica differenza sta nel fatto che in quel caso la Roma fu regolarmente iscritta al campionato nonostante la presentazione di una garanzia falsa, mentre Lotito l’Alitalia non l’ha mai acquistata e di quella lettera non ha ottenuto alcun vantaggio.

Fatto sta che comunque questa situazione così come esposta non ha di certo chiarito i fatti, ma alla fine ha regalato un minimo senso al servizio che però a nostro parere ha decretato una nuova sconfitta da parte del giallorosso Sigfrido Ranucci che ha segnato il gol della bandiera, dopo però aver preso un bel cappotto… come nell’ultimo derby.