Emanuele Floridi: “Mondiale ogni due anni? Infantino ha ragione….”
La Fifa sta ragionando da diverso tempo sulla possibilità di disputare il Mondiale non più ogni quattro anni, ma con cadenza biennale. Una riforma epocale che però non trova tutti d’accordo soprattutto nel vecchio continente. In un’intervista pubblicata da Panorama Emanuele Floridi, consulente di calcio, media e telecomunicazioni ha spiegato passo dopo passo il perchè questa riforma farebbe il bene del calcio mondiale.
“La premessa – spiega Floridi – è che da anni assistiamo a una differente velocità di crescita e cambiamento tra Fifa, Uefa e le singole federazioni. E poi noi in Italia e in Europa siamo già alla saturazione dell’offerta del prodotto calcio mentre altrove c’è fame di pallone e possibilità di investimenti e crescita. Noi siamo logorati, in larga parte del resto del mondo no”.
CONTRAPPOSIZIONE FIFA – UEFA
“Ci sono evidenti differenze di visione politica tra le due entità, con la Uefa che oggi è più grande della sua stessa casa madre. Ecco perché sarebbe una grande opportunità raddoppiare il Mondiale e non solo, perché varrebbe anche per l’Europeo o la Copa America. E’ una questione di occupare spazi che altrimenti restano liberi e sono destinati ad essere occupati da altri. Non solo dentro lo sport. Guardate cosa ha fatto l’ATP che si è inventata le Finals per prendersi una parte del calendario prima scoperta. Anche nel calendario del calcio si può e si deve intervenire. E’ sotto gli occhi di tutti che l’attuale sistema delle soste internazionali sia faticoso e poco produttivo”.
LA POSIZIONE DEI CLUB
“Sono gli stessi club che per primi possono guadagnare dal Mondiale biennale e da una nuova organizzazione. L’industria delle sponsorizzazioni sportive e dell’intrattenimento avrebbe un grande vantaggio nel sapere che esiste una programmazione certa e che si ripete, senza tempi morti. Un prodotto che se non si alimenta rischia di spegnersi da solo e oggi una fetta del prodotto calcio non è organizzato ed è in mano solo ai privati. Accentrato e organizzato varrebbe di più e sarebbe un vantaggio per tutti”.
LA SUDDIVISIONE DEI RICAVI
“Cambierebbe il valore e dovrà cambiare anche il sistema di suddivisione, con un nuovo modello e un nuovo meccanismo che, però, potrà godere di un vantaggio e cioè di poter gestire una torta molto più grande. Quello che succede oggi non è un sistema perfetto. Oggi gran parte del valore viene creato dai primi 4-5 campionati che sono concentrati tutti in Europa, dalla Premier League fino alla Ligue1 se si vuole inserirla. Sono loro a produrre valore che poi la Uefa suddivide in maniera politica a tutte le federazioni, anche se per molti eventi c’è poco interesse sportivo perché già non esiste competitività rispetto a tutto il resto d’Europa”.
CONCETTO DELLA SUPERLEGA
“L’idea in sé non era e non è sbagliata, è stato errato il modo e il tempo in cui è stato proposto. Togliere il merito sportivo, ad esempio, è stato un autogol. Ma immaginare qualcosa che abbia un valore complessivo superiore alla fine avvantaggerebbe tutti e l’idea di riformare il Mondiale è la stessa cosa. La Fifa pensa che riempendo gli spazi vuoti e razionalizzando il resto delle attività, dando così meno fastidio a campionati e coppe, alla fine il bilancio sarà positivo per tutti: risparmio economico, meno stress per impegni e trasferimenti e un prodotto più vendibile”.