Lazio – Inter, Irrati come Chiffi incapace di gestire le ire dei violenti
A Milano era stato Ibrahimovic a prendere per il collo Leiva, mentre ieri sera prima Dumfries e poi Lautaro Martinez, Handanovic e Vecino hanno cercato di aggredire fisicamente e non solo verbalmente Felipe Anderson reo di aver segnato un gol regolare. Episodi simili con dinamiche simili che testimoniano il decadimento di una classe arbitrale ormai in balia dell’incapacità di gestire le esuberanze dei violenti per poi scaricare la loro inflessibilità nei confronti dei più deboli.
E’ inaccettabile vedere delle scene simili su un campo di calcio con giocatori che misurano colpi di boxe nei confronti di colleghi che con le braccia alte cercano solo di festeggiare un gol che non c’è legge scritta che di campo che dice essere irregolare. La gestione inerme di Irrati che ha giustificato tutte le reiterate aggressioni e provocazioni ha dell’incredibile. Non c’è giustificazione di sorta per cotanta incapacità consapevole e cosciente. Irrati ha visto e sentito tutto e di sua scienza e coscienza ha deciso di sottomettersi alle ire dei violenti dimostrazione di saper gestire tali situazioni. La cosa più scellerata però è stata l’assurda ammonizione a Felipe Anderson reo di non aver reagito, di aver alzato le mani di essersi sottomesso ai calciatori nerazzurri. Irrati deve ringraziare l’intervento di Milinkovic che ha portato a più miti consigli i pavidi calciatori nerazzurri che da leoni si sono trasformati in pecorelle smarrite che alla spicciolata hanno cercato il primo compagno disponibile per nascondersi. E’ chiaro però come tutto questo debba essere oggetto di profonda riflessione da parte degli organi arbitrali che devono reprimere queste condotte piuttosto che trincerarsi nelle loro posizioni per non ammettere tali incomprensibili incapacità.