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TATTICAMENTE PARLANDO – L’analisi del goal di Galatasaray-Lazio 1-0

Il miglior modo per dimenticare una sconfitta, perlopiù in un big match come quello di domenica scorsa contro il Milan, era un successo. Senza ombra di dubbio. Questo doveva accadere. Questo però non è accaduto. L’occasione per riscattarsi della prova incolore di San Siro c’era, e come. Partendo anche in discesa, con 3 punti all’esordio in questa nuova stagione di Europa League, qualora fossero arrivati.

Il Galatasaray, nel Girone E come compagine di quarta fascia, l’avversario che di misura nella serata dell’altro ieri ha portato gli uomini di mister Sarri ad un secondo passo falso consecutivo. Dopo il 2-0 subito per merito di Ibrahimovic e compagni in campionato. Alla vigilia, si era comunque a conoscenza della difficile partita la quale si stava andando incontro, ma non ancora del deludente risultato finale. Il campo ostico, per l’infuocato tifo turco e l’esperienza in competizioni internazionali del club giallorosso, i due fattori principali che non si dovevano assolutamente sottovalutare. Nonostante le due notevoli differenze di rose messe a confronto.

Una brutta prestazione e al di sotto delle aspettative, quella sfoggiata dalla Lazio alla Turk Telecom Arena. Molto rammarico, soprattutto se si pensa a come si è preso il goal e al pareggio in extremis verificatosi nello stesso gruppo dei biancocelesti, della Lokomotiv Mosca contro il Marsiglia ospite. Rassicurante, è il fatto che ci si trova solo all’inizio e tempo per recuperare lungo la strada, ce n’è. Così come l’identità fatta di fame di vittoria e di sete di punti, ad ora dispersa, che in questi anni ha distinto la prima squadra della capitale in Italia e nel mondo.

Il “Sarrismo”, agli occhi di tutti, è ancora molto lontano. Nulla accade per magia o con uno schiocco di dita. Per raggiungere determinati obiettivi, nella vita, bisogna sudare e lavorare duro per poi un giorno festeggiare per averli portati a termine. Il tour de force è appena iniziato. Con la testa alla gara di domani con il Cagliari, andremo ad analizzare oggi la rete subita nella trasferta in Turchia, con la consueta rubrica TATTICAMENTE PARLANDO.

GALATASARAY-LAZIO (Aut. Strakosha al 66′)

Prima frazione povera di emozioni sia da una parte che dall’altra, eccetto la traversa colpita dai padroni di casa ed un presunto cartellino rosso non concesso a Muslera negli istanti iniziali, su un presunto fallo da ultimo uomo ai danni del laziale Lazzari. Nel secondo tempo la musica non cambia, è sempre la stessa. Azioni potenzialmente pericolose provenienti da entrambe le sponde, senza però una squadra fissa a predominare.

Quando la Lazio sembrava ormai esser entrata in partita, grazie agli innesti di Milinkovic e Muriqi, a poco più di 20 minuti dalla fine accade l’irreparabile. Il tutto parte da quasi dal cerchio del centrocampo. Passaggio in verticale per Yedlin, che rispetto alla sua posizione usuale porta il pallone cedendolo in seguito a Morutan. Quest’ultimo, sulla fascia di destra e verso Curva Sud, si ritrova in una manciata di secondi dal limite della linea laterale a quella di rigore, dopo aver saltato nettamente uno statico Hysaj. Palla scodellata in mezzo, apparentemente innocua, per nessun suo compagno in grado di poterci arrivare.

A quel punto, incominciano una serie di errori a valanga. Lazzari, con la buona intenzione di spazzare la sfera, non chiamata con decisione da Strakosha, la svirgola alzando un pericoloso campanile. Il portiere albanese, con il corpo di fronte alla propria porta, anziché andare con i pugni o toccare il pallone a malapena con la mano, spedendolo in calcio d’angolo, decide di provare a bloccarlo. Tentativo invano. Come se nelle mani avesse avuto del sapone, gli sfugge, andando prima a sbattere contro il palo e poi ad infilarsi in rete. Pessima figura e definitivo vantaggio del Galatasaray.