Roma, da simbolo della rinascita del calcio italiano alla rivoluzione in estate
Come si fa a passare da simbolo della rinascita del calcio italiano ad oggetto di rivoluzione nell’arco di 24 ore? La domanda sarebbe da porre a tutte quelle grancasse dei mass media nazionali e non che gettando fumo negli occhi hanno spacciato la semifinale della Roma contro il Manchester come il simbolo della rinascita del calcio italiano.
Sei gol al passivo di cui cinque nei secondi quarantacinque minuti, tre infortuni in un tempo di cui due di natura muscolare a calciatori che rientravano da altri problemi fisici ed un tutti contro tutti che fa sembrare Trigoria più come un saloon da Far West che un centro sportivo. In tutto questo c’è un allenatore già scaricato da tempo che non viene esonerato per mancanza di alternative, giocatori che fanno le veci del mister in campo ed una dirigenza che pensa alla rivoluzione da fare in estate.
Sotto la lente di ingrandimento dei Friedkin, infatti, oltre al mister è finito lo staff sanitario ritenuto responsabile dei numerosi infortuni e delle continue ricadute. La società giallorossa che giovedì pomeriggio era stata spinta da inni mandati all’interno di sedi istituzionali ed era stata incensata da tv satellitari e giornali come simbolo del calcio del bel paese si rivela, invece, una sorta di armata brancaleone alle soglie dell’ennesimo fallimento sportivo che la porterà in estate a cambiare allenatore, staff sanitario, giocatori e probabilmente dirigenti.
Benvenuti nel magico mondo del giornalismo sportivo italiano.