Napoli – Lazio e Lazio – Milan, le moviole senza memoria di giornali e tv
Da ieri sera è cominciato il linciaggio mediatico di Daniele Orsato, reo di non aver annullato il secondo gol della Lazio contro il Milan per un presunto fallo commesso da Leiva su Calhanoglu al limite dell’area biancoceleste. Su molte delle più accreditate testate giornalistiche di carta stampata e sulle Tv satellitari c’è un coro unanime di sdegno per una gara a loro modo di dire condizionata da questa “macroscopica” topica.
Come sottolineato però da Inzaghi davanti ai microfoni di Sky tutto questo sdegno non c’è stato la scorsa settimana quando a Napoli si sono viste cose ben peggior dal punto di vista arbitrale. Li però c’era da incensare il Napoli di Gattuso, una delle squadre più in forma del momento, e soprattutto squadra molto seguita dal punto di vista mediatico.
Ripercorrendo però le moviole di quella gara degli stessi organi di stampa si trovano ovviamente giudizi positivi su Di Bello e sul Var Irrati che in alcun modo a loro dire avrebbe condizionato l’andamento della gara. Agli occhi del tifoso tutto questo è suscettibile di valutazione, ma quelli che dovrebbero essere professionisti della comunicazione nel valutare gli arbitraggi dovrebbero partire da dati oggettivi e non da presupposti di parte.
Analizzando le direzioni di gara di Di Bello e Orsato oggettivamente è stata migliore quella del direttore di gara di Lazio – Milan. Se si prende in considerazione che dopo 13 minuti di gioco Di Bello a Napoli non aveva visto il presunto contatto da rigore tra Milinkovic e Manolas, il rigore su Lazzari e conseguente espulsione di Hysaj ed il fallo di mano di Mertens da cui nasce il gol di Politano, possiamo facilmente dedurre che siamo di fronte ad un fischietto di bassa caratura.
Nella gara di ieri sera quello c’è un solo episodio imputabile ad Orsato il quale lo ha valutato in presa diretta da ottima posizione. Ora non siamo qui a negare che il contatto tra Leiva ed il centrocampista del Milan sarebbe potuto essere fischiato, ma quel contatto che ha fatto gridare allo scandalo rientra all’interno di un metro arbitrale che è stato costante in tutta la gara. Non ci sono state differenze con altri contrasti, ma l’unica diversità è che dagli altri contatti non è nato un gol.
Ora il protocollo Var presuppone per la sua applicazione che vi sia un “chiaro ed evidente errore”, che nel caso specifico non esiste per il solo motivo che l’interpretazione dei contatti di gioco rimane sotto la disponibilità del direttore di gara e non del Var. Tornando dietro però a giovedì scorso nella gara di Napoli, come mai allora per il contatto tra Immobile e Politano in area di rigore non ci sono stati così tanti moviolisti scandalizzati? La dinamica sembra molto simile, ma forse le maglie differenti hanno fatto propendere la bilancia a favore di una squadra piuttosto che di un’altra.
Quello che però andrebbe spiegato è che l’arbitro migliore non è quello che non decide e praticamente si mette in un angolo aspettando l’aiuto dall’auricolare. Con questo sistema di valutazione potremmo far arbitrare le partite ad Ambra Angioini che 30 anni fa veniva telecomandata da Giovanni Boncompagni in “Non è la Rai”. L’arbitro migliore rimane quello che si assume le sue responsabilità e poi semmai viene coadiuvato dal Var. In questa maniera la pensa anche l’AIA che non a caso per questa settimana ha fatto a meno di Di Bello che ha visto le partite n Tv come è abituato a fare quando è in campo.
Per queste ragioni ci sarebbe sempre più bisogno di arbitri come Orsato e sempre meno di quelli come Di Bello e soprattutto ci sarebbe bisogno di moviolisti coerenti con un minimo di memoria.