ESCLUSIVA – Fernando Orsi: “Strakosha è uno dei migliori portieri in Italia. Inzaghi e la società stanno facendo un ottimo lavoro”
La redazione di “Noibiancocelesti” ha inteso contattare Fernando Orsi, dai più conosciuto semplicemente come “Nando”, per un’intervista, nel corso della quale lo storico portiere della Lazio ha avuto modo di ripercorrere i suoi anni con la maglia biancoceleste e di soffermarsi su alcune tematiche di stretta attualità, come la possibile ripresa del campionato in Italia.
Classe 1959, Orsi arriva alla Lazio nella stagione 1982-83 per sostituire Felice Pulici, dopo una trafila nelle giovanili della Roma, e dopo aver già giocato con le maglie di Siena e Parma. Resterà con la formazione capitolina per ben 12 stagioni, collezionando 125 presenze.
Fernando, hai avuto la fortuna di vivere in prima persona diversi periodi della nostra Lazio: ricordi il tuo esordio in serie A?
“Ricordo benissimo il mio esordio contro l’Avellino: vincemmo per 2-1. Venivamo dalla promozione ottenuta l’anno precedente, in cui ero stato il miglior portiere del campionato. Avevo preso il posto di Cacciatori, che non giocava da anni. Nella partita successiva perdemmo a Torino subendo quattro goal e ho perso nuovamente il posto da titolare. Poi, dopo un’alternanza con Cacciatori dovuta più alla scaramanzia che al merito, non ho più mollato il posto da titolare.”
Hai avuto a che fare con allenatori totalmente diversi, come, ad esempio, Zoff, Materazzi e Zeman. Che rapporti hai avuto con loro?
“Si, è vero, erano allenatori molto diversi, ma tutti loro, comunque, in un modo o in un altro hanno segnato la mia carriera. Zoff e Materazzi apprezzavano il mio modo di interpretare il ruolo. Zeman invece vedeva il portiere come l’ultimo difensore. Era il ruolo del portiere moderno, che ha fatto scuola. Quello che doveva saper usare bene i piedi, facendo ripartire l’azione velocemente dalla difesa. A tal proposito, infatti, fece approdare alla Lazio il compianto Franco Mancini, interprete perfetto di quel genere di calcio. Franco era un bravissimo ragazzo, lo ricordo sempre con affetto.”
Nel corso della tua carriera in Serie A hai avuto modo di affrontare e vedere dal vivo numerosi campioni , protagonisti assoluti del nostro campionato in quegli anni. A tal proposito, penso resti impresso nella memoria il goal sensazionale che hai subito, tuo malgrado, da Maradona, che tra l’altro quel giorno fu autore di una tripletta. Puoi descriverci quella rete? Che ricordi hai di quel periodo?
“In quel periodo il campionato era pieno di campioni. Noi ad esempio avevamo Laudrup, la Roma aveva Falcao. E poi c’erano Zico, Platini e Maradona. Diego era all’inizio della sua esperienza napoletana e fece una tripletta davanti ad un pubblico impazzito. Mi fece un goal che passò alla storia: vide, con la coda dell’occhio, che ero appena fuori dai pali, e da posizione impossibile, con un pallonetto, infilò la palla nel sette. Era un fuoriclasse assoluto, il più forte mai visto sui campi di calcio.”
Alla fine della tua carriera hai ricoperto molti ruoli: preparatore dei portieri, allenatore e allenatore in seconda, e ora telecronista. Quale tra questi senti più tuo e perché?
“Attualmente sono la seconda voce nelle telecronache di Sky e mi piace, perché continuo a vivere lo sport che amo. Ogni ruolo che ho ricoperto, dopo la fine della mia carriera, è stato diverso e grazie ad ognuno di questi ho avuto modo di arricchirmi dal punto di vista dell’esperienza. Fare l’allenatore in una squadra di Serie A, come mi è successo a Livorno, è stata un’avventura emozionante. Ci siamo salvati il primo anno, poi nella stagione successiva il presidente Spinelli mi ha esonerato. Ma ho comunque mantenuto buoni rapporti con lui: è un presidente vulcanico, vecchio stampo. L’esonero fa parte del gioco”
Essendo stato tu un estremo difensore molto esperto, vorrei chiederti un’opinione su Thomas Strakosha, attuale portiere della Lazio. L’albanese può essere annoverato all’interno di un ipotetico podio tra i portieri più forti del nostro campionato?
“Attualmente si, senza dubbio è tra i più forti. Stiamo parlando di un ragazzo ancora giovane. Tommy è cresciuto molto, insieme a tutta la squadra. Con i consigli di Angelo Peruzzi ed il lavoro meticoloso di Grigioni sta imparando a limare alcuni difetti che aveva all’inizio. Secondo me non ha nella tecnica il suo punto forte, semplicemente perché non si insegnano più i fondamentali nelle scuole calcio. Ma questa è una considerazione che vale anche per gli altri ruoli. Adesso, per il ruolo del portiere, si cercano anche altre caratteristiche, tipo quella di saper impostare e far ripartire il gioco.”
Conosci Alessandro Micai, il portiere della Salernitana? Alcune indiscrezioni di calciomercato lo indicano come probabile secondo portiere biancoceleste per la prossima stagione. E cosa ne pensi, invece, di Guido Guerrieri, attualmente il terzo portiere della rosa a disposizione di Simone Inzaghi?
“Di Micai preferisco non parlare, perché non lo conosco bene. Di Guerrieri, invece, posso dire che è stato sfortunato, perché quando a Strakosha è stata data l’opportunità di giocare ed è esploso, lui era in una situazione non semplice, dopo il prestito a Trapani. Il calcio è fatto di momenti, proprio come è accaduto a me alla Lazio, quando ho sostituito Cacciatori. Guerrieri è un bravo portiere, deve saper aspettare il suo turno”.
Il dibattito politico è acceso più che mai sulla possibile ripartenza del campionato italiano. Cosa ne pensi di questa situazione?
“Mi sembra che dal lato politico non ci sia la volontà di far riprendere il campionato. Lo dimostra l’enorme numero di paletti che sono stati messi dalle istituzioni per far ricominciare la preparazione delle squadre. Figuriamoci il campionato! È tornato di moda il discorso dei Playoff per concludere la stagione, ma non sarebbe un modo equo e giusto. Cambiano tutte le carte in tavola”.
La Lazio, prima dello stop, era in seconda posizione, ad un solo punto dalla Juventus. Cosa prevedi possa accadere in caso di una ipotetica ripartenza del campionato di Serie A?
“La Lazio stava facendo un campionato magnifico. Sicuramente in caso di ripartenza cambierebbe tutto. Si giocherebbe ogni tre giorni, sarebbe come ripartire da zero. Certo, rimarrebbe un vantaggio di punti rispetto alle altre compagini, ma la squadra di Inzaghi viaggiava sull’onda dell’entusiasmo, sembrava volare verso la conquista del titolo.”
Come giudichi il lavoro di Mister Inzaghi?
“Simone Inzaghi in questi anni sta facendo un un ottimo lavoro, insieme alla società. Sta facendo crescere un gruppo unito come una famiglia. Giocano a memoria, seguendo automatismi ben precisi. Quando una squadra gioca così il merito è dell’allenatore e Simone sta dimostrando di essere un grande tecnico.”
In che ruoli pensi di debba rinforzare la rosa biancoceleste in vista della prossima stagione, che la vedrà impegnata in Champions League?
“Penso che in vista degli impegni della prossima stagione, la società debba investire per rafforzare tutti i reparti. Un acquisto per ruolo ed in più un esterno di fascia. Non devono essere per forza dei giocatori titolari, ma comunque di buona qualità per allungare la panchina e dare il cambio. Il prossimo sarà un anno importante.”
Chi è stato, fino ad ora, il protagonista di questa fantastica stagione della Lazio?
“Se devo fare un nome è quello di Luis Alberto. Lo spagnolo si è imposto, con la sua classe cristallina e tanta qualità, come uno dei centrocampisti più forti del campionato, insieme a Milinkovic-Savic. Ma in questa squadra non si possono dimenticare il lavoro incredibile di Acerbi in difesa e i goal di Ciro Immobile, che segna da ogni posizione. Oltre alla crescita evidente hanno avuto i giovani, aiutati dall’esperienza di giocatori come Lucas Leiva e Lulic.”
Siamo alle battute conclusive, ma prima di chiudere e di ringraziarti per questa intervista, vorrei chiederti il personaggio che hai avuto come riferimento nei tuoi anni con la maglia della Lazio.
“Faccio il nome di Felice Pulici, che ho sostituito a difesa della porta biancoceleste e che ho avuto modo di apprezzare anche in seguito, in società, per le doti umane e i valori che trasmetteva. Non posso poi dimenticare Dino Zoff, per l’importanza che ha avuto nella mia carriera e per quello che ha rappresentato per la Lazio e nello sport italiano. Erano entrambi portieri. Il mio ruolo. Due grandi uomini, due miti che hanno segnato fortemente la mia esperienza alla Lazio. Infine, ma non certamente per importanza, voglio ricordare con particolare affetto Paolo Carosi che, dopo essere subentrato al posto di Morrone sulla panchina della Lazio, mi ha fatto giocare titolare per tutto il girone di ritorno. E’ stata una figura fondamentale per la mia carriera.”
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